Nuota da 40 giorni pur di farsi ascoltare dal mondo: il motivo che l'ha spinta a tanto è toccante (+ VIDEO)
Alcune storie sono destinate a cambiare il nostro modo di vedere e percepire il mondo. Questa è una di quelle. Una vicenda che ha dell'incredibile: gli onorevoli propositi di una donna hanno finito per sensibilizzare decina di migliaia di persone.
Una giovane africana è "scesa in campo" in prima persona sfidando tutti e tutto: lei stessa per prima. Si è infatti cimentata in un'audace sfida che prevedeva di nuotare per giorni e giorni nel fiume Volta, in Ghana. Scopriamo insieme i motivi che l'hanno spinta a tanto.
via Facebook
Il nome di questa acclamata attivista è Yvette Yaa Konadu Tetteh, un'imprenditrice del settore agroalimentare. A far parlare di lei, generando tanto clamore mediatico, è stata la sua inusuale forma di protesta. Ha deciso di provare ad attirare l'attenzione su di sé manifestando a suo modo, in maniera del tutto pacifica e originale.
Eppure tutti i riflettori sono calati su di lei e la donna è riuscita a trasmettere il suo importantissimo messaggio. Ma andiamo con ordine.
Yvette ha deciso di nuotare ogni giorno per 5 ore senza mai fermarsi, per un totale di 40 giorni riuscendo ad attraversare il fiume Volta in Ghana, Africa. Ha percorso un totale di ben 450 km! Ma per quale motivo? Su cosa voleva che venissero "messi a fuoco" gli occhi di tutti?
Sulla grava problematica del cambiamento climatico e in particolare sull'inquinamento delle acque del nostro pianeta: una vera tragedia che pare essere fuori da ogni controllo, "inarginabile" in questo specifico caso.
La donna infatti ha lottato strenuamente per far emergere un'ineluttabile verità: se non si farà presto qualcosa di significativo non ci sarà modo di porre rimedio ai disastri che l'uomo che sta causando.
Nel dettaglio ha deciso di nuotare proprio in quel fiume per mostrare a tutti quanto l'industria tessile sia altamente inquinante, quanto le microplastiche dei vestiti abbandonati stiano avvelenando le acque in cui ha appositamente scelto di attraversare. Le immagini e i dati sono allarmanti.
La principale causa dell’inquinamento idrico in tutto il Paese pare essere infatti imputabile proprio ai milioni di vestiti che vengono gettati nelle acque: si stima che solo in Ghana vengano importati circa 15 milioni di capi di abbigliamento di seconda mano ogni settimana! La maggior parte di questi indumenti sono destinati a finire su uno dei mercati di seconda mano più grandi e frequentati: il mercato di Accrano. Ma la parte più sconvolgente deve ancora arrivare.
Di tutti vestiti addirittura il 40% finisce scartato e dunque si trasforma in rifiuti che poi non riescono ad essere propriamente smaltiti nelle apposite discariche...
Yvette ha nuotato assistita da una barca nominata "la donna che non ha paura" che ha monitorato la sua impresa. La voce della donna è stata quindi ascoltata dai media: "voglio che le persone capiscano e apprezzino il valore che abbiamo qui in Ghana, bisogna sensibilizzare tutti su questioni delicate come queste", ha raccontato determinata. Ha organizzato questa impresa strabiliante grazie alla "Fondazione Or", di cui è un membro attivo di spicco. Un'associazione che da anni si batte contro la grande, troppa, produzione dei rifiuti tessili in Ghana.
Purtroppo gran parte della colpa di tantissimi rifiuti tessili che non si riescono a smaltire correttamente proviene dal mondo della moda, in particolare quello conosciuto come "fast fashion": quella tendenza di creare abiti non riciclabili, di qualità più che discutibile e dal bassissimo costo. In questa maniera le persone vengono attratte dal poter cambiare il loro look spesso e volentieri non rendendosi conto del grande impatto ambientale che questo atteggiamento ha su tutto il nostro pianeta. Voi cosa ne pensate?