Oste rifiuta di servire una birra al figlio disabile: papà indignato lascia il locale
L'alcool è il protagonista di molti "aneddoti" alcuni piacevoli, altri molto meno. Comunque, quel che è certo, è che presente sin da tempi remotissimi sulle tavole e negli stomaci di tante, tante persone. Principalmente, indipendentemente dalla bevanda che ne contiene e da quanto ne contiene, viene associato al benessere, all gioia e al far festa.
I protagonisti di questa vicenda volevano infatti proprio festeggiare e aveva deciso di farlo con una bella pinta di birra ghiacciata. Le cose non sono andate come avevano programmato.
via Mirror
Jim Green, un papà di un figlio affetto da autismo, si era recato al suo pub abituale: "The Dorset Soldier" nel Wimborne e proprio qui aveva deciso di celebrare il suo ragazzo. Infatti era un giorno molto speciale per Hadyn che compieva 18 anni di età, raggiungendo quindi un importante traguardo: l'entrata legale "nella vita adulta".
Jim non poteva essere più orgoglioso di quell'emozionante evento e intendeva celebrare la maggiore età del figlio proprio con un'azione che fino al giorno prima sarebbe stata proibita dalla legge a quest'ultimo: fargli bere dell'alcool.
Hadyn non stava più nella pelle all'idea di poter brindare con il suo "vecchio" e così i due avevano ordinato due pinte di birra. O almeno ci avevano provato.
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Venne negata ad Hadyn la possibilità di ordinare una birra proprio perché alcolica. Jim obiettò che ora il ragazzo aveva 18 anni e quindi poteva tranquillamente assumere alcool. Ma Geoffrey Mockford, il padrone del locale, era incrollabile e non aveva alcuna intenzione di servire quella bibita: "non è un 'normale' diciottenne a causa della sua capacità mentale inferiore per i suoi anni, dargli alcol sarebbe come servire un bambino di 9 anni e io non voglio rischiare di perdere la mia licenza". Padre e figlio frequentavo da anni quel pub e non si sarebbero mai aspettati un simile trattamento.
"Hadyn è in grado di prendere decisioni da solo nonostante la sua disabilità: è consapevole degli effetti dell'alcol proprio per aver trascorso molto tempo con me e aver visto i 'festaioli' del locale". Ha Ribattuto Jim sostenendo che l'adolescente non avesse ricevuto un trattamento paritario.
Alla fine il ragazzo non ha potuto "segnare" quell'importante passaggio all'età adulta con un brindisi alcolico. La legge comune afferma che un licenziatario può rifiutare il servizio a chiunque scelga, a condizione che il rifiuto non sia basato su sesso, razza, disabilità, genere, orientamento sessuale e religione o credo. Voi dunque chi credete che avesse ragione?