Lui è malato terminale, lei anticipa il parto per consentirgli di abbracciare sua figlia
Non sempre la vita va come dovrebbe e a volte si interrompe troppo presto, proprio "sul più bello": è ciò che sfortunatamente è capitato a Jamie Hunter, un giovane allenatore che ha scoperto di essere affetto da una malattia terminale proprio mentre aspettava la sua prima figlia, tanto desiderata. Per questo, la sua compagna e madre di sua figlia Beccy Flint ha scelto di dare alla luce la sua bambina in anticipo, affinché Jamie potesse conoscerla e stringerla nei suoi ultimi giorni di vita. Come se non bastasse, il dolore di Beccy per la perdita del padre di sua figlia ha incontrato ulteriori ostacoli: ecco la sua storia.
via Mirror
Jamie e la compagna Beccy scoprirono di aspettare il loro primo figlio insieme nel 2019: la data di nascita era prevista per la fine di maggio 2020. Tuttavia, nell'ottobre 2019, Jamie cominciò a soffrire di un dolore invalidante al fianco. Si recò dal medico e scopri di avere un cancro ai reni nel marzo successivo: sfortunatamente si trovava già allo stadio terminale e probabilmente non avrebbe fatto in tempo a conoscere la sua bambina.
Per questo Beccy decise di anticipare il parto all'ottavo mese di gravidanza, al fine di donare al suo Jamie la possibilità di tenere in braccio sua figlia Harper-May: il parto andò nel migliore dei modi e Jamie riuscì ad abbracciare sua figlia. Era raggiante perché aveva sempre desiderato diventare padre, ma purtroppo la gioia si trasformò presto in tristezza. Jamie si spense soltanto due giorni dopo la nascita della piccola Harper-May. Al dolore per la perdita di Jamie, Beccy dovette aggiungere la rabbia e la frustrazione di una battaglia legale.
La neomamma dovette lottare per due anni per ottenere il nome del suo compagno sul certificato di nascita della loro bambina. L'intera causa le fece sborsare ben 4.000 euro. Tutto questo perché Beccy e Jamie non erano sposati. "Se ci ripenso provo ancora tanta rabbia: se fossimo stati sposati, non avrebbero avanzato obiezioni circa la registrazione della paternità della piccola. Tutto questo calvario solo perché la legge è così obsoleta. Oggi molte persone non sono sposate quando hanno dei figli", ha commentato Beccy.
La donna dovette perfino sostenere un colloquio con i servizi sociali, durante il quale le chiesero addirittura di spiegare perché Jamie voleva diventare padre e di dimostrare che lei fosse un genitore idoneo: "Tutte queste difficoltà nascevano dal fatto che Jamie non era presente per dimostrare il suo consenso ad apporre la firma per la paternità". Dopo due anni dalla nascita Harper-May, Beccy ottenne finalmente un certificato di nascita con il nome di Jamie.
Speriamo solo che il futuro possa riservare a questa mamma e alla sua bambina momenti più felici.