Questa donna di 110 anni ha deciso di piantare più di 8.000 alberi per guarire dal suo passato difficile
Alcune storie, se raccontate, possono diventare meravigliose lezioni da tramandare. Una di queste è quella di Saalumarada Thimmakka, un'ambientalista indiana di 110 anni che ha saputo prendere in mano il suo dolore per farlo fiorire. Thimmakka nacque nel Karnataka (uno Stato situato nel Sud-ovest dell’India) da una famiglia molto povera. Da bambina non ricevette alcuna istruzione, perché per le condizioni in cui versava la sua famiglia era necessario che anche lei lavorasse come coolie (tipica operaia indiana). Ma Thimmakka allevò anche animali, soprattutto pecore e bovini. Le mansioni erano molto dure e pesanti per essere svolte da una semplice bambina, ma allo stesso tempo erano estremamente essenziali per far fronte al sostentamento della famiglia.
via India Times
Instagram/Saalumarada_thimmakka
Thimmakka si sposò giovanissima, all'età di 12 anni, con Sri Bikkala Chikkayya, anche lui lavoratore proveniente da una famiglia povera. I due provarono a concepire un bambino per più di 25 anni, ma ogni tentativo si dimostrò vano. A 40 anni la diagnosi arrivò come un fulmine a ciel sereno: Thimmakka non avrebbe mai potuto avere figli.
Per una coppia che desidera un figlio ardentemente, l’infertilità è di per sé un dolore immenso, ma questa triste condizione, per Thimmakka era considerata una profonda piaga, perché le donne infertili, sebbene incapaci di controllare un avvenimento naturale, non venivano considerate come tutte le altre e venivano spesso emarginate. Non riuscire a concepire figli era un macigno così pesante da sopportare tanto che la donna pensò di porre fine alla sua vita. Nonostante tutto, però, anziché abbandonarsi al dolore, Thimmakka guarì le sue ferite attraverso ciò che possiamo considerare una sorta di “terapia naturale”: piantare migliaia di alberi e trattarli come se fossero suoi figli.
Instagram/Saalumarada_thimmakka
Gli alberi scelti da Thimmakka furono i banyan: alberi sempreverdi giganti e maestosi, considerati gli alberi più estesi del mondo. La sua missione iniziò nel 1948 e, per il primo anno, insieme al marito piantò 10 piantine per circa 4 chilometri, partendo dal suo villaggio fino a quello successivo. Le piantine furono posizionate ai lati delle strade, e, visto il terreno molto arido e la scarsità delle piogge, Thimmakka e il marito ogni giorno, dopo il lavoro, percorrevano a piedi tutti e 4 i chilometri con dei secchi d’acqua per poterle annaffiare.
Le 10 piantine non furono le uniche ad essere coltivate: volta per volta, i due coniugi ne piantarono centinaia, tutti protetti accuratamente per farli prosperare, garantendo loro tutto il necessario per crescere al sicuro. Per questa sua grande impresa, Thimmakka è conosciuta come “la madre degli alberi”, ma iconico è il titolo onorifico affidatole dalla comunità locale: Saalumarada, che in lingua kannada significa “fila di alberi”.
Instagram/Saalumarada_thimmakka
Quello di coltivare gli alberi divenne lo scopo della vita di Thimmakka e del marito Chikkayya, fu la luce che squarciò il loro buio e che rese meno amaro il loro dolore. Ma ciò che rese speciale questa meravigliosa iniziativa fu il fatto che, nonostante il grande valore economico di questi alberi nel suo Paese, l’ambientalista non accettò mai soldi in cambio e continuò a vivere umilmente, non lamentandosi mai della sua povertà.
Il marito di Thimmakka venne a mancare nel 1991, ma la donna non smise mai di tener fede al loro scopo e continuò a piantare e a prendersi cura dei loro alberi. Ad oggi se ne contano più di 8.000. Il gesto di Thimmakka fu così importante tanto che iniziò ad essere riconosciuta dalla società e iniziò a diventare un vero e proprio modello da seguire, acquisendo moltissima fama (nonostante questo non fosse il suo obiettivo). Questa sua immensa piantagione di alberi segnò un grande cambiamento in India, ispirando la stessa nazione a dare maggiore importanza all’ambientalismo.
Ad oggi, Thimmakka non pianta più alberi, ma il suo lavoro continua a vivere per mano del figlio adottivo Sri Umesh. Quest’ultimo, all’età di 14 anni, era profondamente ammaliato dalla storia di Thimmakka e, spinto dalla sua estrema ammirazione nei suoi confronti, decise di volerla incontrare. Ad oggi Umesh, oltre a piantare gli alberi in diverse, vastissime zone, distribuisce piante a coloro che vogliono coltivarle. Così facendo, l’uomo porta avanti uno dei messaggi più importanti lanciati da Thimmakka, e cioè che ogni essere umano, su questa Terra, dovrebbe piantare alberi.
Thimmakka è l’esempio vivente di come una persona possa riscattarsi nonostante le etichette imposte dalla società. Ha saputo dimostrare quanto lei sia stata ed è ancora oggi molto più di “una inutile donna sterile”, o di “una donna analfabeta senza istruzione”. Si è nutrita di passione ed è riuscita a sensibilizzare il mondo sull’ambientalismo, un tema molto importante che noi tutti dovremmo prendere a cuore. Ma di Thimmakka ci rimarrà per sempre un illustre insegnamento, e cioè che dal dolore si può rinascere.