Questa donna coraggiosa ha salvato più di 150 bambini ebrei dall'Olocausto spacciandoli come figli propri

di Simone Fabriziani

18 Aprile 2021

Questa donna coraggiosa ha salvato più di 150 bambini ebrei dall'Olocausto spacciandoli come figli propri
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Tra le pagine più oscure della storia dell'essere umano non può mancare il racconto degli orrori che l'Europa ha vissuto durante il regime nazista sorto in Germania a partire dagli anni '30 e che poi è dilagato nello scoppio della Seconda Guerra Mondiale e nella tragedia umana dell'Olocausto. Una macchia che rimarrà per sempre indelebile su chi ha vissuto in prima persona quell'orrore e su chi ha perso delle persone care in un campo di concentramento. Anni di orrori indicibili che però hanno prodotto delle storie di coraggio che meritano di essere raccontate...

via NPR

United States Holocaust Memorial Museum/Wikimedia

United States Holocaust Memorial Museum/Wikimedia

Oggi vogliamo raccontarvi la storia di Marion van Binsbergen, una donna nata ad Amsterdam nel 1920 da una famiglia benestante e molto aperta all'integrazione sociale; un'integrazione, tipica dell'Olanda del tempo, che si è incrinata a partire dal 1940, quando la Germania di Hitler ha occupato i Paesi Bassi e ha imposto le leggi razziali contro la popolazione di origine ebraica anche lì. Nel 1941 venne imprigionata per 7 mesi dopo aver violato il coprifuoco e aver passato informazioni sensibili alla BBC inglese, l'anno successivo la donna decise che avrebbe fatto di tutto per salvare la vita delle persone perseguitate dopo essere stata testimone di una violenta retata dell'esercito nazista in un orfanotrofio di bambini ebrei.

Dopo aver visto con i propri occhi le brutture della guerra e dell'odio seminato verso la popolazione ebraica, Marion decise che avrebbe fatto qualunque cosa per sostenere in segreto la Resistenza olandese.

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United States Holocaust Museum

United States Holocaust Museum

Negli anni di collaborazione con la Resistenza del suo paese, Marion riuscì a salvare circa 150 bambini dall'orrore dei campi di deportazione e concentramento, spacciandoli per figli suoi; il caso più eclatante fu durante il 1944, quando la coraggiosa donna mise in salvo i tre figli del filosofo olandese Fred Polak e tutta la sua famiglia semplicemente agendo con un grandissimo coraggio e tenacia: pur di non fare in modo che i tre figli venissero deportati, Marion sparò dritto dritto al collaborazionista che aveva scoperto la famiglia Polak, che nel frattempo si era nascosta grazie al sostegno della donna.

Alla fine della guerra, Marion decide di lavorare con le Nazioni Unite in Germania e lì conosce Anton Pritchard, uno dei capi dei campi di riabilitazione dei sopravvissuti. Nel 1947 si sposa con l'uomo e si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti, dove poi ha continuato a sostenere ed aiutare le famiglie de rifugiati ebrei.

United States Holocaust Memorial Museum

United States Holocaust Memorial Museum

Il coronamento di una vita per questa donna è avvenuto nel 1981, quando le è stato insignito il titolo di "Giusto tra le nazioni", un riconoscimento prestigioso che viene assegnato a tutti quei cittadini non-ebrei che si sono prodigati nel cercare di salvare il maggior numero di persone dalla furia del nazismo del tempo.

La storia di Marion Pritchard, seppur poco conosciuta ai più, meritava di essere raccontata ancora una volta, come testimonianza di quanto il coraggio dell'essere umano possa fare la differenza anche nei periodo più bui della Storia.

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