In 40 anni ha corso insieme al figlio disabile più di 1000 maratone: voleva renderlo felice
Dick e Rick Hoyt erano una squadra inseparabile, nella vita e nello sport. Tutto è iniziato nel 1977 quando Rick ha detto al padre Dick di voler partecipare ad una corsa di beneficienza per un giocatore di lacrosse rimasto paralizzato. Anche Rick ha però una disabilità: si tratta di una paralisi celebrale che lo costringe a rimanere su una sedia a rotelle e a comunicare tramite un computer, ma non per questo il padre ha mai pensato di far scontento il figlio: avrebbe fatto in modo di poter correre insieme. Quella gara fu la prima di tantissime altre e, nonostante fossero arrivati penultimi, gli regalò un grande insegnamento.
via abcnews.go.com
Dick lo spingeva su una sedia rotelle sportiva e Rick, al termine della gara, gli disse “papà, quando corro mi sembra che la mia disabilità scompaia”. Il vento tra i capelli, la velocità, avere altre persone intorno a gareggiare davano al ragazzo l’impressione di correre sulle sue gambe.
Da quel momento, e dopo quelle parole, Dick non smise mai di correre insieme al figlio e hanno partecipato ad oltre 1000 gare, incluse 32 maratone di Boston, in circa 40 anni. Qui non si poteva solamente correre: bisognava anche nuotare ed andare in bici. Dick lo adagiava in un canotto nelle gare di nuoto e lo trasportava su un’apposita bicicletta con seduta anteriore nelle gare di ciclismo.
I medici erano convinti che Rick non avrebbe mai potuto avere una vita normale ma i genitori, Dick e Judy, hanno fatto di tutto per smentire le convinzioni dei medici: hanno fatto in modo che il figlio potesse andare a scuola, partecipare alla vita della comunità e fare sport. Rick è riuscito a comunicare, seppur con tocchi della testa, è riuscito a laurearsi in educazione speciale alla Boston University, ed è riuscito a partecipare a molte maratone.
Dick avrebbe partecipato ad altre maratone, se non fosse stato per l’avanzare dell’età. Oggi questo padre non c’è più e gli altri figli, Rob e Russ, lo ricordano come un eroe, un esempio di dedizione e determinazione. Dick ha dedicato la sua vita al figlio e alla sua felicità, ma non solo: voleva essere un esempio per i “bambini speciali” e per i loro genitori. Voleva dimostrare che è possibile aiutare i figli a vivere una vita quanto più normale possibile, fatta di gioia, di adrenalina, di competizione e di vento tra i capelli.