Paga lo stipendio ai suoi dipendenti per 11 mesi, ma poi scopre che nel frattempo avevano trovato un altro lavoro
In un periodo così difficile per tutti quanti come lo è quello che stiamo attraversando in tutto il mondo a causa della pandemia da Covid-19, molte delle attività lavorative sono rimaste ferme per quasi un anno, la maggior parte dei lavoratori e dipendenti a casa, in attesa di un futuro migliore, della prossima riapertura oppure alla ricerca di un nuovo impego, avendo perso il precedente. Un contesto comune a molte persone di questi tempi, alcune delle quali però hanno approfittato della situazione di straordinaria emergenza per guadagnare il massimo facendo il minimo...
via Clarin
Lo racconta un datore di lavoro e responsabile di un bar-ristorante argentino dal nome El Capitàn; il locale si trova vicino ad un cinema, e come quest'ultimo, è stato chiuso per ben 11 mesi dovendo rispettare tutte le norme di distanziamento sociale e le restrizioni governative per cui i locali di ritrovo e di svago sono stati chiusi a tempo indeterminato. Tito Loizeau racconta sul suo profilo Twitter che non soltanto in tutti e gli 11 mesi in cui è stato chiuso ha continuato a pagare lo stipendio a suoi 20 dipendenti, ma si è sentito particolarmente tradito quando, al momento della riapertura, ha scoperto che nel frattempo 14 di loro avevano trovato un altro lavoro a sua insaputa...
Tito si è sfogato sul Twitter con queste parole: "Dopo 12 mesi di chiusura per quarantena, il governo ha deciso di riaprire i cinema. Quindi abbiamo riaperto El Capitan. Per ben 11 mesi ho pagato lo stipendio di 20 dipendenti nonostante il locale fosse chiuso e loro fossero a casa. Ora li ho chiamati a lavorare e scopro che 14 dei 20 lavorano già altrove. Non avete idea di quello che sto provando in questo momento!!!"
L'uomo, costernato e "tradito", ha spiegato meglio il perché aveva deciso di continuare a pagare lo stipendio dei suoi lavoratori dipendenti nonostante il ristorante-bar accanto al cinema fosse chiuso a causa della pandemia: "Per decreto il governo non ci ha permesso di licenziare o sospendere nessuno ed è per questo che ci siamo iscritti al sistema di previdenza nazionale che copriva il 50 per cento dei nostri stipendi, l'altra metà l'ho pagata di tasca mia, senza avere alcun reddito!"
In poche parole, Tito ha raccontato di aver sprecato circa 2 milioni e mezzo di pesos argentini per 11 mesi a sua insaputa: soltanto 6 dei 20 dipendenti hanno risposto al messaggio di riapertura del locale, confermando la loro presenza e disponibilità; gli altri 14, che inizialmente non avevano risposto, avevano invece trovato un nuovo impiego, incassando comunque lo stipendio mensile del ristorante-bar per 11 mesi.
Tito ha detto che non avvierà azioni legali nei confronti dei quattordici dipendenti poi licenziati, ma è rimasto particolarmente amareggiato dall'accaduto: voi cosa avreste fatto se vi foste trovati nei suoi panni?