"100 mila dollari per 17 giorni all'ospedale": il conto salato del vicesindaco di Azzano colpito dal Covid a New York
Immaginate di trovarvi a circa 6000 chilometri di distanza da casa, di contrarre il Covd-19 in una delle sue forme più virulente, di essere ricoverato lì e di trovarvi, al momento delle dimissioni dall'ospedale estero, un conto salatissimo da lasciarvi ancor più storditi e con la bocca spalancata. Esattamente quello che è successo a Francesco Persico, vicesindaco di Azzano San Paolo in provincia di Bergamo e "paziente uno" presso il Mount Sinai West di New York nel mese di marzo 2020.
Francesco Persico ha iniziato ad avere i primi sintomi dei Covid-19 i primi giorni di marzo, mentre si trovava a New York; per questo lui stesso si considera come il "paziente uno" del Mount Sinai West, fino a quando, il 25 marzo, non ha lascito l'ospedale con un tampone negativo; è tornato in Italia soltanto il 4 aprile, ma ha dovuto aspettare di poter rivedere la famiglia soltanto il 22 dello stesso mese, dopo altri due tamponi risultati negativi. Ma il "peggio" è arrivato quando il conto salato dell'ospedale americano gli è stato rivelato: 100.000 dollari di ospedale più 2500 per aver percorso 800 metri in ambulanza.
Francesco ha raccontato: " Per fortuna, e ringrazio la mia azienda, ero assicurato ma in quel momento il timore era forte anche a casa, con il costo di 8.000 dollari al giorno in terapia intensiva. Una clausola diceva che l’assicurazione non avrebbe pagato se l’Oms avesse dichiarato la pandemia globale. La mia fortuna è essere stato ricoverato prima."
Un conto salatissimo ed inaspettato che alla fine si è risolto per il meglio, ma che getta una luce oscura sul sistema sanitario privato degli Stati Uniti; ma non stiamo meglio in Italia, nonostante tutto?