Alcuni pratici consigli per gestire un bambino molto irascibile o aggressivo
Inutile pensare che esistano emozioni positive ed emozioni negative; solitamente non facciamo altro che mettere in primo piano e risaltare tutto ciò che è positivo per noi e ci rende felici, surclassando in secondo piano tutto ciò che è brutto, triste, negativo. In poche parole: le emozioni negative non devono essere mostrate. Eppure la psicologia moderna ci dice che tutte le emozioni, di qualunque tipologia, devono essere semplicemente gestite, non nascoste.
via Psychology Today
Una problematica che viene affrontata tutti i giorni dalle mamme e dai papà nei confronti di figli tendenzialmente piuttosto irascibili: cosa fare se nostro figlio spesso si arrabbia, ha scatti d'ira, prova emozioni contrastanti e cosiddette "negative"? Il fatto è che la rabbia è un'emozione primaria che in alcuni casi può salvarci la vita. L'abbiamo sperimentato tutti e ad esempio in un bambino di 1 anno è normale. È la sensazione che proviamo quando qualcuno ci offende, quando ci sentiamo frustrati, ignorati, respinti, minacciati o quando c'è una perdita.
La rabbia si verifica spesso nei bambini piccoli in queste forme: non dormire bene, avere fame, non sentirsi bene, non essere a proprio agio con persone estranee alla mamma e al papà; i piccoli principalmente hanno problemi a canalizzare le proprie emozioni, in quanto riescono a malapena a conoscerle, quindi le canalizzeranno nel modo sbagliato: l'aggressività.
E allora, care mamme e cari papà, cosa fare per insegnare al nostro piccolo di casa a gestire e comprendere le proprie emozioni negative? La chiave sta nel cercare di capire che la risposta alla loro irascibilità non è nella reazione violenta o in altra rabbia: in questi casi, il genitore deve esser sempre pronto a fare in modo che le cose non peggiorino. Respirate piano e cercate di calmarvi, dopodiché provate a mettere in atto una di queste azioni: allontanatevi dal luogo in cui vostro figlio sta piangendo o sta scattando d'ira, oppure cercate di abbracciarlo, o semplicemente invitatelo a fare un'attività con voi che lo rilassi.
In questo modo gli insegnerete che anche la rabbia può essere incanalata in maniera corretta e quando crescerà, vedrete che potrà farcela da solo.