Essere gentili con gli altri può allungare le nostre aspettative di vita: lo suggerisce uno studio
Charles Darwin si sbagliava di grosso; o meglio, forse la sua teoria dell'evoluzione andrebbe in parte rivista; se il famoso scienziato britannico del XIX secolo è stato colui che ha inculcato nella cultura e nella società occidentale che sopravvive che è più "adatto", più forte, forse andrebbe rivisto il significato di adattamento e forza. Perché in una dissertazione pubblicata da Immaculata De Vivo e Daniel Lumera, ad avere aspettative di vita più lunga sono le persone gentili.
via Daniel Lumera
Ebbene sì, nel libro pubblicato a quattro mani "La biologia della gentilezza", De Vivo e Lumera, rispettivamente un'epidemiologa e uno studioso di sociobiologia, rivelano che la scienza avalla la teoria secondo la quale sopravvive ed ha una vita più longeva chi è empatico, gentile e premuroso verso sé stesso e gli altri. E allora perché spesso ci si ammala e non si vive troppo a lungo? La "colpa" è dei cosiddetti "telomeri".
Come afferma la De Vivo nel suo libro, i telomeri sono delle strutture di DNA che si trovano alle estremità dei cromosomi che tendono ad accorciarsi man mano che diminuisce la salute. Come dice l'epidemiologa, " Le cardiopatie, il diabete, il cancro, i dolori cronici in genere originano da una combinazione tra geni e ambiente. In tutto il mondo, non solo in Italia, si sta perdendo la gentilezza. Lo stress psicosociale, dovuto a traumi di vario genere, dalla mancanza di lavoro agli abusi, ha un effetto sul nostro Dna che si misura con i telomeri e, a lungo andare, conduce a patologie gravi secondo un processo biologico che ci è sempre più chiaro.
Aggiunge inoltre: "La rabbia, la sofferenza si controbilanciano con la consapevolezza dei meccanismi e una gentilezza autentica. Innanzitutto verso se stessi, poi nel prendersi cura degli altri. La pandemia ha fatto da specchio: ci ha mostrato quello che non avevamo tempo di vedere. Molti hanno aiutato i vicini anche solo facendo la spesa per loro. Questo è il momento per cambiare."
Convivere in pace con sé stessi e gli altri non è un passo facile, ma è in ogni caso il primo, timido passetto che si può fare per fare il cosiddetto "salto evolutivo" dall'individuale all'universale, dalla percezione della sopravvivenza personale a quella della collettività. Vi è mai capitato di desiderare ardentemente il bene per tutto il mondo, indipendentemente da chi conoscete o meno? Ebbene, secondo la teoria della De Vivo e Lumera, fa bene alla salute e ci può regalare il dono di una vita più longeva e sana.