Alcune buone ragioni per evitare di raccontare troppo di noi stessi agli altri e vivere più sereni

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di Lorenzo Mattia Nespoli

19 Giugno 2020

Alcune buone ragioni per evitare di raccontare troppo di noi stessi agli altri e vivere più sereni
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Nell'epoca in cui tutto, all'istante, è condiviso ed esposto alla visione e ai commenti del mondo intero, la parola "riservatezza" ha di sicuro perso una buona parte del suo significato. Sono poche, infatti, le persone che oggi riescono a mantenere ben separata la sfera pubblica da quella personale. Complici anche i moderni mezzi di comunicazione, i social network che, se non usati con giudizio e la giusta attenzione, espongono noi e tutti i nostri fatti personali a una continua violazione della privacy.

Non stiamo esagerando: basta guardarsi intorno per capire che è proprio così. Parlare troppo di sé, mettersi in mostra, però, è un rischio che non si corre solo in "digitale": è un aspetto dei nostri rapporti che è sempre bene cercare di evitare, anche se pensiamo di farlo in buona fede. Il motivo è semplice: non parlare troppo di noi ci farà vivere più felici.

via Medium.com

Pexels

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Non si tratta di asocialità o di chiusura: purtroppo, magari per smania di stringere rapporti o farsi accettare, spesso si tende ad andare oltre confini privati che invece sarebbe meglio non oltrepassare quando parliamo con gli altri. Se abbiamo davanti una persona sincera, amica e fidata, questo non dovrebbe rappresentare mai un problema. Il rischio, però, è in agguato quando mettiamo i nostri segreti e le nostre informazioni in mani poco sicure.

Cosa succede a quel punto? Ci esponiamo a possibili passaparola e a possibili critiche più o meno sterili, in grado cioè di dipingere un'immagine di noi che non è stata sufficientemente valutata e ponderata, ma magari si basa su supposizioni o valutazioni frettolose, fatte per giudicare e per poco altro. 

Dettagli, informazioni non richieste, confidenze: non stiamo assolutamente dicendo che è sbagliato avere fiducia nel prossimo e parlare sinceramente. A volte bisogna solo scegliere con cura le persone con cui farlo, ossia chi merita questa nostra apertura. Si rischia anche di non lasciare il giusto spazio a chi abbiamo di fronte, che magari viene sopraffatto dai nostri problemi mentre invece avrebbe bisogno di confidarci i suoi.

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Purtroppo non tutti, nel mondo lì fuori, sono nostri "amici". Anzi, le persone che possiamo considerare tali per davvero, nell'arco di una vita si contano sulla punta delle dita. Per questo, manteniamo i nostri pensieri più profondi per chi sappiamo non proverà invidia o frustrazione, magari sotto una "maschera" di sorrisi e falsità. È bello condividere la felicità, ma ciò non deve significare rendere tutti dei confidenti.

In fondo, si tratta solo di assumere degli atteggiamenti più scaltri, e di abbandonarne altri magari legati a un continuo bisogno di comunicare e socializzare. Alimentare sempre una certa "aura di mistero" con gli altri e imparare ad aprirsi con chi è davvero fidato è un modo per vivere meglio, anche se a volte può sembrarci un invito alla chiusura. Così non è, perché gli errori di valutazione, sulle persone, possono capitare: sta a noi decidere se proteggerci da brutte sorprese.

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