Un papà single adotta un ragazzino di 11 anni, dimostrando che una famiglia non si giudica dal colore della pelle

di Marta Mastrogiovanni

04 Marzo 2020

Un papà single adotta un ragazzino di 11 anni, dimostrando che una famiglia non si giudica dal colore della pelle
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Negli Stati Uniti non è semplicissimo diventare un genitore adottivo e, in generale, è ancora meno semplice per i bambini che aspirano ad una vita familiare normale, essere adottati quando superano una certa soglia d'età. Chi sarebbe disposto ad adottare un ragazzino di 11 anni? Peter Mutabazi non ha avuto alcun dubbio dopo essere venuto a conoscenza della storia di Anthony. Il ragazzo era stato abbandonato dalla sua madre biologica all'età di 2 anni; successivamente, era stato adottato da una famiglia che, dopo circa 10 anni, lo ha abbandonato in un ospedale. Peter, che nella sua vita ne ha passate tante, è rimasto scioccato di fronte a questa storia piena di dolore e ha fatto di tutto per adottare ufficialmente Anthony. Ora i due sono padre e figlio, e come sostengono anche le magliette che spesso indossano: "La famiglia non è una questione di colore!" - esatto, perché non bisogna "combaciare" per essere considerati una famiglia.

via Instagram / fosterdadflipper

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Peter è un uomo grande e grosso ormai, ma la sua infanzia non è stata luminosa come il suo presente. Nacque in un piccolo villaggio al confine tra Rwanda e Uganda, in una famiglia poverissima che non poteva permettersi cibo o acqua potabile. A 4 anni iniziò ad aiutare sua mamma a raccogliere le patate, i fagioli e i piselli che loro stessi coltivavano. Come se non bastasse, il padre di Peter abusava verbalmente e fisicamente di tutta la famiglia, picchiando la moglie e negando il cibo ai suoi stessi figli. Un giorno, Peter andò a comprargli le sigarette, ma sulla strada del ritorno fu colto da un temporale improvviso e il pacchetto andò distrutto; Peter, che all'epoca aveva solo 10 anni, sapeva che se fosse tornato a casa senza sigarette sarebbe stato brutalmente punito dal padre. A quell'idea, pensò bene di scappare e di non tornare mai più dalla sua famiglia.

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Per fortuna la vita prosegue e Peter ha fatto di tutto per garantirsi un futuro migliore: ora vive in Oklahoma (USA) e dal momento che la sua casa ha due camere da letto vuote, ha deciso di offrirsi come padre adottivo per tutti quei bambini che ne hanno bisogno. In America, per diventare un genitore adottivo bisogna superare un test e ottenere una licenza. Negli ultimi 3 anni della sua vita, Peter si è preso cura, anche solo per pochi giorni, di almeno 12 bambini. Essendo single, può permettersi di ospitarne soltanto 2 alla volta.

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Una sera Peter riceve la telefonata da un dipendente dei servizi sociali che gli comunica l'arrivo di un ragazzino di 11 anni da ospitare. Peter è diffidente perché si è appena separato dai due fratellini a cui aveva fatto da padre adottivo fino a pochi giorni prima, che ora, invece, si sono riuniti con i loro genitori biologici, e non sa se il suo cuore potrà affrontare di nuovo un dolore così grande. Non subito, almeno. 

Alla fine, dopo qualche tira e molla, Peter si è convinto ad ospitare il ragazzo, "ma solo per il weekend". All'inizio, infatti, Peter non voleva neanche sapere come Anthony fosse finito nel sistema di affidamento, ma quando si è convinto ad ascoltare la sua storia, ha realizzato di essere lui la famiglia di quel ragazzino.

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Anthony era stato abbandonato ben 2 volte nella sua vita e Peter non voleva certo essere l'ennesima delusione per quel ragazzo. Inizialmente, comunque, gli disse che avrebbe potuto chiamarlo Signor Peter, ma dopo circa 20 minuti Anthony gli chiese se avesse potuto chiamarlo "papà".

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Anthony non aveva un altro posto dove andare, letteralmente - e poi, non è semplice trovare una famiglia disposta ad adottare un bambino di 11 anni. Peter sapeva che sarebbe stato lui il padre che Anthony non aveva mai avuto. 

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I due ora sono ufficialmente papà e figlio: due anime che in passato hanno sofferto molto e che ora si sono riunite per costruire un futuro sempre più luminoso e pieno di amore.

Peter non ha messo di occuparsi di altri casi e quando gli capitano, ospita altri bambini in difficoltà per brevi periodi.

Che bella famiglia!

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