Presa in giro perché ha la Sindrome di Down durante una partita di basket: 3 giocatori intervengono per difenderla

di Marta Mastrogiovanni

26 Gennaio 2020

Presa in giro perché ha la Sindrome di Down durante una partita di basket: 3 giocatori intervengono per difenderla
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In un'epoca in cui il bullismo si presenta come un fenomeno fin troppo diffuso nelle scuole medie e superiori di tutto il mondo, questo tipo di storie ci confortano un po' e rinnovano la speranza nel genere umano e in un futuro migliore. È abbastanza risaputo che il periodo dell'adolescenza a scuola può essere difficile, se non addirittura un vero incubo per chi deve affrontare qualche sfida in più, ogni giorno della sua vita. Poteva essere questo il caso di Desiree Andrews, una giovane cheerleader affetta da Sindrome di Down. Desiree è stata presa in giro pubblicamente per la sua condizione, durante una partita di basket — fortunatamente, 3 giocatori sono intervenuti in sua difesa, dando una lezione di vita a chi l'ha criticata senza motivo. 

via Youtube / TODAY’S TMJ4

Youtube / TODAY’S TMJ4

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Desiree ha 14 anni ed è una delle cheerleader alla Lincoln Middle School. Fare la cheerleader è sempre stato il suo sogno — un sogno che ha preso forma quando, per la prima volta, ha visto un episodio di Glee in cui una ragazza con Sindrome di Down faceva la cheerleader. Ovviamente, per Desiree far parte della squadra significa molto di più: è un'esperienza che la aiuta a rafforzare la sua autostima e la fa sentire più sicura di sé. Purtroppo, non sono tutte rose e fiori nella vita di un'adolescente, figuriamoci in quella di una ragazza con Sindrome di Down che viene considerata "diversa" dai soliti bulli di turno.

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Youtube / TODAY’S TMJ4

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Durante una partita di basket, alcune persone ignoranti tra la folla hanno iniziato a deridere Desiree, prendendola in giro. È proprio così che agiscono solitamente i bulli: in modo vigliacco, scegliendo di prendersela con i più piccoli e i più deboli. Tuttavia, Desiree ha dimostrato di avere una forza interiore non indifferente, come dimostra il racconto di suo padre, Cliff Andrews. Quest'ultimo ha fatto di tutto per ignorarli, ma era profondamente arrabbiato per ciò che stava succedendo alla sua bambina. Qualsiasi padre si sarebbe infuriato e probabilmente, accecato dall'ira, avrebbe usato le maniere forti per far smettere quella situazione. "Ha visto che ero arrabbiato ", ha detto Andrews in un'intervista. "Mi ha abbracciato e mi ha guardato negli occhi e ha detto: "Papà, va tutto bene. Li amo lo stesso anche se io non gli piaccio."

È a questo punto che sono entrati in azione i tre giovani giocatori di basket, Chase Vasquez, Scooter Terrien e Miles Rodriguez. La loro presa di posizione in difesa di Desiree ha fatto sì chela partita fosse interrotta. "Eravamo davvero infuriati per ciò che stava succedendo. Abbiamo detto al nostro direttore sportivo di parlare a quelle persone e di farle smettere" ha detto Rodriguez. 

Youtube / TODAY’S TMJ4

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Dopo questa esperienza, tutti gli studenti sono più consapevoli e hanno sviluppato una maggiore sensibilità verso il tema del bullismo e Desiree ora ha qualcosa di molto simile ad una squadra, che la supporta sia dentro che fuori campo. Adesso, ad ogni partita, viene presentata come parte integrante della formazione. E la palestra dove tutta la vicenda è cominciata è stata ribattezzata "D’s House" ("la casa di D") in onore di Desiree. La giovane cheerleader riconosce quanto sia stata speciale per lei questa esperienza.

Come hanno affermato gli stessi ragazzi che si sono fatti avanti per difenderla:"siamo tutti uguali".

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