È necessario che i bambini tornino a giocare tra di loro, avverte uno psicopedagogo italiano
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Tra i tanti problemi della nostra società ce n'è uno che riguarda i bambini: secondo lo psicopedagogo italiano Fracesco Tonucci i bambini non è che non giochino più, ma non giocano più tra di loro. E questo a causa sia dei moderni dispositivi che prevedono un gioco individuale ma anche a causa degli adulti che con la loro ossessione di vigilanza interferiscono nel sano momento di gioco dei bambini, fondamentale per la costruzione di un senso di responsabilità.
via Uppers.es
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Una tempo non troppo lontano c'erano bambini che giocavano in strada, che andavano a scuola da soli e che nel pomeriggio popolavano i parchi, mentre i genitori erano a casa. Oggi sarebbe impensabile lasciare il proprio figlio in città a giocare con i suoi coetanei. Secondo il pensatore psicopedagogo Francesco Tonucci è da questa mezza verità che nasce tutta una serie di problemi che interessa i bambini e gli adolescenti; le città sono cambiate rispetto ad una volta, certo, ma comunicare ai bambini questo senso di allarme e paura nei confronti delle città nuoce più che lasciarli giocarli al parco da soli.
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Universidad Nacional de La Plata/Wikimedia
I bambini di oggi, osserva lo studioso, non vengono mai lasciati soli durante la giornata; vengono accompagnati a scuola, ripresi, e messi davanti alla TV, sempre sotto la supervisione di un adulto. Poi, da adolescenti, vengono dotati di motorino, senza però aver mai fatto esperienza di autonomia e questo può metterli in serio pericolo.
Si deve iniziare fin da piccoli a dare loro lezioni di autonomia; lasciando che vadano da soli a scuola in gruppo, allontanarsi quando giocano tra di loro, permettere che esplorino in autonomia gli spazi a seconda delle loro capacità. Ecco come si crescono ragazzi e poi adulti responsabili.