Un'infermiera ha scritto un post su Facebook che mette in luce quanto il suo lavoro sia spesso invisibile
Gli ospedali sono luoghi in cui il più delle volte ci si va per motivi spiacevoli, nascite e lieti eventi a parte. Il personale che qui lavora ha un compito molto importante che va oltre la propria professione: inevitabilmente il lavoro di medico, infermiere o assistente va ben oltre le competenza pratica e sfocia nell'empatia e in generale nel prendersi cura dell'altro.
Accade però che l'impegno di chi cerca di rendere luoghi come gli ospedali luoghi più umani in cui sentirsi sicuri e almeno confortati passi inosservato o sia addirittura denigrato. Un post scritto da un'infermiera ci rende chiaro come il loro lavoro suo e dei suoi colleghi risulti spesso invisibile agli occhi dei pazienti e dei familiari.
via Facebook / Sandra Kluskowski
Il post scritto su Facebook da Sandra Klukowski, un'infermiera, ha generato migliaia di condivisioni sul social: è una sorta di lettera scritta ad un paziente in particolare, ma si può applicare benissimo a qualsiasi altro paziente, in qualsiasi altro ospedale del mondo. Il comun denominatore al lavoro degli infermieri è che spesso viene sottovalutato, è invisibile agli occhi di chi ne usufruisce. Ecco alcuni passi del lungo post pubblicato:
"Ti sei accorto che ero lì? Ero solo l'ennesima voce che leggeva la cartella clinica e raccoglieva tutte le informazioni di modo che potessi conoscerti meglio. [...] Ti ho salutato con un tono di voce confortevole, sperando non fosse troppo alto o forse era fin troppo basso e non hai potuto nemmeno sentire cosa avevo detto. Sono venuta dopo aver raccolto tutto il necessario per pulirti. [...] Non avevo bisogno di sentirtelo dire che stavi soffrendo, i tuoi lamenti sono stati sufficienti a farmelo capire. Sono andata a prendere una coperta dal termosifone, sperando che potesse scaldarti. Stavi tremando.
Il dottore avrebbe presto detto 'Abbiamo fatto il possibile'. [...] Mi hai sentito quando ho chiesto ai tuoi familiari se avessero bisogno di qualcosa? Volevo solo fare qualcosa che potesse essere utile. [...] Mi hai sentito quando due ore prima della tua scomparsa ti sussurravo quanto tu fossi veramente amato? Ti sei accorto che ero lì? Ti volevo solo dire che ho fatto del mio meglio, la cosa che volevo di più era che tu ti sentissi comodo e sicuro fino al momento in cui ti ho coperto con un lenzuolo e chiuso la porta dietro di me più piano possibile come a dire... Ti lascio riposare."
Spesso dimentichiamo quanto possa essere difficile il mestiere degli infermieri: prendersi cura spesso di persone in fin di vita, rendersi conto di non poter dare ciò che si vorrebbe a chi ha ancora poco da vivere, ma solo un sorriso e buone maniere. Avere a che fare con persone che neanche si accorgono di quel sorriso o di un gesto delicato perché pensano che tutto sia scontato, dovuto.
Gli infermieri hanno che fare anche con la morte e anche se non conoscono i pazienti di persona, dentro di loro soffrono per la loro scomparsa e immaginano il dolore dei familiari.
Se avremo di nuovo a che fare con infermieri, ricordiamoci la loro importanza negli ospedali e di ringraziarli del loro operato!