Una mamma coraggiosa ha donato parte del suo fegato ad un bambino mai conosciuto prima
La solidarietà tra mamme può usufruire oggi dell'esistenza dei gruppi social: su Facebook, ad esempio, esistono gruppi di donne che si scambiano consigli, dritte e trucchi per sopravvivere all'avventura di accudire al meglio dei bambini piccoli.
Quando Robin Bliven, una giovane mamma, si iscrisse ad uno dei gruppi non immaginava quanto le sarebbe tonato utile! Su uno di questi gruppi, infatti, conobbe la donna che avrebbe salvato la vita al suo bambino colpita da un tumore al fegato.
via Facebook / Robin Dutro Bliven
Robin Bliven si unì ad un gruppo di mamme su Facebook e inaspettatamente vide formarsi nuove amicizie con mamme e donne mai conosciute dal vivo. Sul gruppo trovò conforto e supporto morale quando diede la notizia che il figlio Cal aveva un tumore al fegato.
"La gente può dire quello che vuole dei gruppi Facebook, questo è quello che dico io: quando Cal ebbe bisogno di un fegato da un donatore sano vivente per sopravvivere, oltre 100 mamme del mio gruppo mi chiamarono per essere esaminate come potenziali donatrici", ha affermato Robin.
Alla fine, dopo decine di screening, la famiglia di Cal trovò la donatrice: era Andrea, una mamma del gruppo di Robin che si era offerta come donatrice ed era risultata adatta. Andrea non ci pensò due volte a percorrere centinaia di chilometri per raggiungere l'ospedale in cui era ricoverato Cal, un bambino che non aveva mai conosciuto prima: "È anche il nostro bambino", ha detto semplicemente.
"Domani mio figlio affronterà un'operazione di 10 ore per ricevere una parte di fegato da una mamma che non ha mai conosciuto prima, se non tramite Facebook", ha detto Robin
L'operazione è andata per il meglio: Andrea è potuta tornare a casa dopo 14 giorni in ospedale ed ora i suoi figli sono orgoglioso di poter dire che la loro mamma ha salvato un bambino donando parte del suo fegato.
Anche Cal sta bene: dopo l'intervento i medici gli hanno potuto togliere il sondino con cui veniva alimentato.
Andrea non vuole essere considerata un'eroina: "Mi piace pensare che se uno dei miei figli avesse avuto bisogno di un simile aiuto, il mio gruppo di mamme avrebbe fatto la stessa cosa", ha affermato.
Oltre all'importanza dei donatori viventi di organi, questa storia ci ricorda come l'amicizia possa nascere anche tra persone che non si sono mai viste prima!