A 12 anni restituisce lo smartphone ai genitori per dedicare più tempo a suonare la batteria
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Basta guardarsi intorno per rendersi conto di quanto l'età di chi usa i dispositivi elettronici intelligenti e sempre connessi sia oggi sensibilmente diminuita. Smartphone e tablet sono davvero alla portata di tutti, e accompagnano in ogni momento la quotidianità di molti ragazzini.
Sui danni che l'uso smodato di questi dispositivi può provocare in bambini e ragazzi si sono più volte soffermati numerosi studi e ricerche. Dare troppo presto ai più piccoli la possibilità di interagire e "chiudersi" sugli smartphone può inibire la loro socialità, renderli più chiusi e meno propensi a far lavorare creatività e fantasia.
Ogni tanto, però, accadono episodi che mostrano come non tutti i giovani subiscano questa "dipendenza" da smartphone allo stesso modo, e a volte si rendano conto che esistono dei limiti. È il caso del ragazzo italiano di 12 anni di cui stiamo per parlarvi: invece che sul cellulare o sul tablet, ha scelto di mettere a frutto il suo tempo con un'attività molto più salutare. Vediamo.
via Repubblica
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Il giovane in questione si chiama Fabrizio ed è originario di Bitonto, cittadina della Puglia non distante da Bari, è riuscito davvero a stupire i genitori con un gesto che definire inconsueto per un ragazzo della sua età sarebbe riduttivo.
Padre e madre gli avevano regalato uno smartphone nel 2015. Col passare del tempo, però, l'adolescente si è reso conto che del dispositivo gli interessava ben poco. Così, ha impacchettato il cellulare e lo ha restituito ai genitori, corredato di una lettera che spiegava il suo gesto.
«È noioso, preferisco suonare la batteria, non lo sopporto più e mi sono stancato di essere come tutti gli altri». Con queste parole, Fabrizio ha "ufficialmente" reso lo smartphone, lasciando di stucco i suoi cari e prendendo una posizione più unica che rara, in netta controtendenza rispetto ai suoi coetanei.
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Meno tempo per suonare voleva dire meno possibilità di coronare il sogno di diventare un grande batterista. E, se a sottrarre questo tempo prezioso erano proprio smartphone e social network, l'equazione, nella mente del 12enne, è stata semplice e lineare: eliminare le distrazioni.
Così, i genitori hanno appoggiato la scelta del figlio, che ora ha molto più tempo per dedicarsi alle sue passioni. Già, perché è proprio il concetto di passione che andrebbe recuperato, coltivato e valorizzato nei giovani. Appassionarsi davvero a qualcosa significa rendersi conto che non tutto è a portata di mano e raggiungibile, come l'ovattato mondo della tecnologia spesso riesce a farci credere.
Esplorare, essere coinvolti, stupirsi, amare le arti e lo sport sono ancora cose che un giovane può sperimentare e mettere a frutto, al di là delle molte finzioni di cui il mondo virtuale è popolato. Il protagonista della storia che vi abbiamo raccontato se ne è reso conto. L'auspicio è che, come lui, molti altri giovani riescano a comprendere ciò che per loro è davvero importante.