L'importanza di avere un compagno di sfogo, un amico con cui condividere problemi e stati d'animo

di Davide Bert

12 Ottobre 2019

L'importanza di avere un compagno di sfogo, un amico con cui condividere problemi e stati d'animo
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Fare la mamma o il papà è stupendo, appagante, sorprendente, ma può rivelarsi allo stesso tempo complicato, estenuante e frustrante. Per ogni sorriso ci si deve preparare a sopportare tanti pianti, per ogni coccola sono in agguato altrettanti capricci, insomma è come stare sulle montagne russe, mettendo a dura prova sia il corpo che la mente.

A tal proposito può essere utile, se non essenziale per il proprio benessere, avere un “compagno di sfogo”. Di seguito spieghiamo di cosa si tratta.

via Psychology Today

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Di solito si tratta di altri genitori, amici che a loro volta hanno figli, con cui è possibile sedersi ogni tanto per confrontarsi, condividendo le proprie esperienze, scaricando un po’ di stress accumulato. Il segreto è poter contare su qualcuno che capisca davvero cosa voglia dire essere madre o padre, che si offra di ascoltare davvero, e che sia pronto all’occorrenza a dare qualche buon consiglio.

Non è indispensabile vedersi per forza, ci si può concedere anche una telefonata: l’importante è che nel dialogo tra i “partner di sfogo” si alterni la fase discorsiva a quella di ascolto attivo. Entrambi devono dare e ricevere empatia, in una scambio emotivo che arricchisce, riduce le emozioni negative e giova allo stato psicofisico.

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Questa pratica è molto salutare per entrambi: per avere un buon compagno di sfogo bisogna anche esserlo. Se da una parte ci si libera della propria tensione mentre si parla, dall’altra chi sta a sentire prova un senso di sollievo nel sapere di non essere solo, che esiste qualcun altro che vive i medesimi episodi e percepisce gli stessi sentimenti.

Via lo stress, i sensi di colpa, la rabbia e la tristezza: ad ogni incontro il livello di ansia diminuisce, così che si possa ritornare a casa con un umore decisamente migliore. Avere uno o più compagni di sfogo può quindi essere una risorsa preziosa, una sorta di terapia catartica per apprezzare di più ciò che di bello c’è nell’essere genitori.

 

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