È nata a Roma l'associazione che recupera il cibo in eccesso dei catering e lo ridistribuisce ai poveri
Quando si partecipa a feste, convegni e matrimoni, è normale assistere ad una sfilata di cibo non indifferente che, però, spesso finisce con avanzare ed essere buttata. Già, perché il destino di tutti gli avanzi dei vari catering è spesso e volentieri il bidone della spazzatura: un vero peccato se si pensa all'enorme spreco di cibo di cui si è testimoni. Solo in italia, vengono gettate nella spazzatura 220 mila tonnellate di cibo ogni anno, per un costo complessivo di circa 15 miliardi di euro ― dati raccapriccianti, che fanno pensare a tutti quei bambini che soffrono la fame ogni giorno.
via Equoevento
Anche se lo spreco maggiore è quello domestico, quello che avviene alla fine del buffet di ogni festa o ricorrenza particolare, non è comunque trascurabile. Pratica abituale, in Italia, è quella di non riutilizzare gli avanzi alimentari dei catering, con l'ovvia conseguenza di un grande aumento degli sprechi di cibo. Con la volontà di cambiare questa regola e contribuire sia a diminuire gli sprechi, sia ad aiutare chi ne ha più bisogno, un gruppetto di 4 amici romani ha deciso di dare vita al progetto "Equoevento". Giulia Proietti (notaio), Francesco Colicci (avvocato), Giovanni Spatola (web designer) e Carlo de Sanctis (architetto) sono i fondatori di questa ottima iniziativa che si propone di recuperare il cibo avanzato dai catering, che altrimenti andrebbe buttato, e di ridistribuirlo a persone che si trovano in difficoltà economiche, tramite delle Onlus.
Equovento è attivo dal 2014 e, negli anni, è cresciuto molto, tanto che ormai sono gli stessi organizzatori di eventi a chiamare l'associazione per programmare il ritiro di cibo. Il quartier generale è a Roma, dove l'associazione collabora con diverse mense caritatevoli tra cui quella della Comunità di Sant'Egidio, ma anche sul resto del territorio nazionale: ha aperto delle sedi a Lecce, Milano e Torino e ha attivi circa una quarantina di volontari. Grazie all'entrata in vigore nel 2016 della legge n.166/16, nota come la "legge Gadda", si è semplificato di molto il processo di donazione e di redistribuzione delle eccedenze alimentari.
"Quando i responsabili dei catering e delle varie attività commerciali vengono a conoscenza del fatto che un'alternativa a buttare il cibo esiste, sicuramente preferiscono sapere che il frutto del loro lavoro verrà riutilizzato per un nobile scopo invece di trasformarsi in un rifiuto", ha spiegato Claudia Ciorciolini, responsabile dell'associazione.
Equoevento si è inserito anche all'interno di un altro progetto, quello della produzione di una "birra di recupero". Assieme al birrificio Vale la Pena, gestito dalla Onlus Semi di libertà che si occupa del reinserimento sociale di detenuti per reati minori del carcere di Rebibbia, Equoevento ha creato la birra "RecuperAle", realizzata con il pane di scarto. Un recupero, dunque, non solo alimentare, ma anche a livello umano.
Con questa bellissima iniziativa, l'associazione si augura di accrescere il senso di responsabilità di ogni consumatore, sensibilizzandolo sempre più sulle scelte dei propri acquisti.