La scuola deve insegnare sensibilità, empatia e curiosità: la lezione del maestro César Bona
I bambini non sono soltanto gli adulti del domani, ma anche gli abitanti del presente, e come tali devono imparare a viverlo pienamente, con tutto l’entusiasmo della loro età.
Questa è una delle linee guida tracciate da César Bona, insegnante illuminato dallo stile anticonformista e innovativo. Nel 2015 il maestro spagnolo è stato tra i 50 finalisti del Global Teacher Prize, premio internazionale assegnato a docenti di qualsiasi materia che si sono distinti nell’attività didattica.
Bona è fermamente convinto che in ogni fanciullo si racchiuda un talento, ed è dovere degli educatori fornirgli la guida e gli strumenti per poterlo sviluppare. L’educazione, in questi termini, non vuol dire solo inculcare nozioni e informazioni, ma trasmettere il piacere della conoscenza, far comprendere l’importanza della sensibilità e dell’empatia, insegnare la resilienza per le sfide del domani.
È sempre il maestro che deve adattarsi all’allievo e mai il contrario, facendo emergere abilità, cercando di instaurare un rapporto fatto di comunicazione e di ascolto, di dare e avere, non solo di “fare e dovere”. L’insegnante dovrebbe essere un esempio costante e quotidiano per i suoi alunni sotto il profilo dell’umiltà, del rispetto verso il prossimo, del coraggio e dell’apertura mentale.
A poco o nulla serve essere ossessionati dal rispettare un programma scolastico se poi i bambini non vengono preparati ad affrontare la vita, ad essere migliori, sia da soli che insieme agli altri. Questa è la base e la vocazione dell’educazione: trasformare ciò che viene appreso in classe in qualcosa di utile e pratico universalmente, che valga per sempre.
L’obbligo dei compiti, le punizioni, rendono la scuola un ambiente ostile, mentre dovrebbe essere un luogo di scoperta, di sperimentazione e, non da ultimo, di divertimento.
Per César Bona la scuola può e deve trasformarsi in un laboratorio dove i giovani e i giovanissimi possono osservare, capire, apprendere e applicare, in un contesto guidato e protetto, tutto quello che gli potrà servire da grandi. Soltanto così si assolverà al vero compito dell’essere maestri, cioè consegnare al mondo degli individui pronti a fare in meglio la differenza.