Educare all'onestà: consigli pratici per crescere bambini sinceri e leali

di Davide Bert

17 Settembre 2019

Educare all'onestà: consigli pratici per crescere bambini sinceri e leali
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Gli individui, di base, non sono né buoni né cattivi, ma il loro temperamento può spingerli a sperimentare una via piuttosto che un’altra, credendo magari che sia quella giusta, se non addirittura l’unica. Si parla di piccoli gesti “innocenti”, come rubare un giocattolo o copiare un compito.

L’onestà va quindi insegnata, ma non si tratta di un’imposizione, bensì di mostrare quello che dovrebbe essere il comportamento corretto. Sarà poi lo stesso bambino a scegliere se continuare ad adottarlo da adulto.

via Psychology Today

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Esistono diverse strategie per far comprendere ai più piccoli il concetto di onestà. Una di queste è aiutarli a capire il valore della collaborazione e del lavoro di squadra già dentro casa. Affidando dei compiti da assolvere, mantenendo l’impegno e la parola data, essi capiranno cosa vuol dire onorare una promessa e si sentiranno parte della prima cellula della società.

Il sistema dei premi e delle punizioni è quello più rapido e facile, ma meno efficace sotto il profilo pedagogico. Un bambino non può e non deve fare qualcosa solo perché si aspetta una ricompensa o teme di essere messo in castigo. I più furbetti possono essere tentati di aggirare le regole con lo scopo di ottenere ciò che desiderano o evitare ciò che non vogliono.

Nello studio, ad esempio, bisogna far assimilare il concetto che il vero premio è la conoscenza, la vera punizione è l’ignoranza, perché il sapere permette di arrivare dovunque. La chiave di tutto è stimolare la naturale curiosità, il fascino e il piacere della scoperta.

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Per finire, non si dovrebbe mai lodare o sgridare i piccoli commentando positivamente o negativamente le loro capacità (ad esempio "sei intelligente", o "sei stupido"). Il bambino, così facendo, può sentirsi in obbligo di meritarsi sempre quel complimento, arrivando a barare pur di non perdere il titolo che ha conquistato. Viceversa, in caso di apprezzamenti negativi, si sentirà mortificato, e potrebbe fare lo stesso come scorciatoia per uscire da quella umiliazione.

Dal punto di vista educativo è molto più saggio apprezzare o criticare il percorso o il risultato (ad esempio "hai studiato davvero molto, hai studiato troppo poco"). Con questo atteggiamento si cambierà la prospettiva e la percezione di ciò che è già buono o che può essere migliorato.

Il bambino quindi saprà che ogni volta che studierà a dovere otterrà il risultato di essere lodato, mentre quello che ha studiato poco farà del suo meglio per impegnarsi di più, senza trucchi o scappatoie.

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