Un padre Down è come tutti gli altri, anzi meglio: la storia di questo ragazzo lo dimostra
Nonostante i tempi siano cambiati e si tenti di comunicare la diversità come una ricchezza piuttosto che un limite o un handicap, esistono contesti che suscitano ancora perplessità e sollevano dubbi.
Uno di essi è la sindrome di Down. Si tratta di una condizione che provoca uno shock, necessita accettazione e adattamento da parte di chi mette al mondo un individuo con questa predisposizione genetica. Figuriamoci cosa vuol dire nascere da un genitore che appunto ha la “trisomia 21”.
È il caso di Sader Issa, un ragazzo siriano di 21 anni con un padre che ha appunto la sindrome di Down. Il giovane ha raccontato cosa ha voluto dire crescere in una famiglia “speciale”, anche se sarebbe meglio dire da due genitori straordinari...
Suo padre Jad lo ha cresciuto come molti altri bambini: sereno, felice, sostenendolo, aiutandolo sia economicamente che emotivamente, e dandogli tutto l’affetto di cui era capace. Oggi Sader studia per diventare odontoiatra, e il suo papà non nasconde l’orgoglio per aver tirato su un ragazzo così in gamba, a dispetto di tutte le difficoltà.
SSSD Comunication and Media Team/ YouTube
Le circostanze particolari farebbero pensare a un’esistenza fatta di sforzi, di sacrifici e disagi. Eppure Sader parla della sua infanzia e della sua adolescenza con assoluta serenità, descrivendo una famiglia piena di allegria, di amore e di supporto reciproco.
Allo stesso modo, Sader è fiero di aver avuto un genitore in grado di stargli accanto in ogni momento della sua vita, contribuendo a diventare l’uomo che è ora. Jad è un uomo semplice, lavora in un mulino che si trova vicino alla sua casa, è ben voluto e rispettato da tutta la comunità.
La storia di Sader fa decisamente riflettere su cosa sia davvero l’handicap e sul significato del concetto di “normalità”. Se la nonna del ragazzo avesse deciso di non dare alla luce Jad, ora lui non sarebbe qui a vivere la sua vita, a rendere colmo di gioia un padre che parla a tutti di suo figlio come “il dottore”. Ciò testimonia che l’amore, un concetto spesso abusato, scontato e banale, sia in fondo l’unica cosa che davvero muove il mondo.