Ammettere di aver sbagliato è difficile: ecco perché qualcuno non lo farà mai
"Errare è umano". Quante volte ce lo siamo sentito ripetere? È vero, tutti sbagliamo prima o poi, che ci piaccia o no, ma è proprio qui che sta il problema: nella maggior parte dei casi, non ci piace per niente.
Gli errori, i fraintendimenti, le distrazioni o le valutazioni superficiali di persone e situazioni sono insite nella nostra natura. Tuttavia, tra questa presa di coscienza e ammettere che abbiamo commesso una leggerezza c'è una grande distanza.
Rendersi conto che abbiamo ceduto, nostro malgrado, alla "debolezza umana" dello sbaglio, per molti è una sorta di trauma, una brutta esperienza che non vorrebbero mai vivere. Cosa succede in quel momento? Siamo tutti in grado di ammettere gli errori e scusarci? Assolutamente no: vediamo perché.
Probabilmente tutti conosciamo persone che non sono in grado di prendersi le loro responsabilità e scusarsi. Non lo faranno mai, neanche se il loro errore è evidente e grossolano. Per fortuna, non siamo tutti così.
All'opposto delle persone "anti-scusa", ne esistono molte altre che, se poste davanti a una situazione di sbaglio, riescono a rendersene conto e a riparare, magari promettendo - a sé e a chi hanno intorno - che in futuro non ricadranno in errore.
Sbagliare è un'esperienza spiacevole, perché ci mette di fronte a una mancanza di (presunta) perfezione, e può far scendere la nostra autostima. Le nostre reazioni agli errori commessi, però, sono legate al nostro ego. Più crediamo di essere quasi "perfetti", più sarà difficile pronunciare la fatidica parola "scusa".
Parallelamente, anche se magari da fuori può non sembrare così, chi non riesce mai ad ammettere di essersi sbagliato può avere un ego più fragile della norma. La sua percezione di sé e la sua autostima sono così deboli che, per lui, rendersi conto di uno sbaglio è impossibile, perché lo porterebbe a uno sconvolgimento psicologico troppo forte da tollerare.
Non ammettere di essere in errore, quindi, non è altro che un meccanismo di difesa per queste persone. Un atteggiamento che, in molti casi, le porta a distorcere la realtà, fino a negare che una cosa - anche evidente - sia realmente accaduta. E a questo si collegano, di conseguenza, frasi e comportamenti che scaricano le colpe su qualcun'altro, su una sorta di "nemico invisibile".
Del resto, per ammettere che si è in torto ci vuole una buona quantità di forza emotiva, oltre che di coraggio. Quando, di base, queste caratteristiche mancano o sono scarse, ecco che non si riuscirà mai a scendere dal proprio "piedistallo" di ragione costante, a patto che non ci si rovini l'autostima.
Ma considerare le persone di questo genere come forti e portatrici di verità, per chi se le trova davanti, è un grosso errore. Chi non ammette i suoi sbagli sfidando l'evidenza è, fondamentalmente, molto fragile. È bene rendersene conto, cominciando ad accogliere l'idea che gli errori fanno parte della vita umana: commetterli - e scusarsi - può aiutarci solo a migliorare in futuro.