Attenzione a quali gamberetti consumate: ecco perché possono essere dannosi per la salute
L'acquacoltura, ovvero la produzione di organismi acquatici come pesci, molluschi e crostacei, sta incontrando un momento di forte crescita, a tal punto che allevamenti a bassa intensità sono stati quasi completamente sostituiti con gigantesche attività produttive. Gli allevamenti intensivi però sono decisamente dannosi per gli organismi che vi si sviluppano ed ecco perché bisogna stare molto attenti quando decidiamo di acquistare e consumare dei gamberetti, ad esempio. I gamberetti sono i crostacei più richiesti e venduti sul mercato, motivo per cui i produttori stanno incrementandone la produzione pur di soddisfare la domanda.
via healthycorner
La produzione intensiva in spazi ristretti comporta molte difficoltà per quanto riguarda la preservazione di un ambiente di crescita sano. Food & Water Watch sostiene che i gamberetti allevati in questi spazi affollati, non sono gamberetti sani: "Con milioni di gamberetti ammassati negli stagni, possono scatenarsi molte malattie e in alcuni casi possono essere abbastanza gravi da uccidere interi stagni e persino l'intera industria di gamberetti di un paese". Chiaramente, un allevamento di gamberetti a bassa densità produce meno di uno ad alta intensità: dai 500 ai 5.000 chilogrammi per 10.000 m² all'anno, mentre l'allevamento di gamberetti superintensivo può produrre fino a 100.000 chilogrammi per 10.000 m² all'anno. I numeri parlano chiaro, ma una produzione di gamberetti intensiva, oltre a durare per massimo 7 anni, è sicuramente contaminata da pesticidi, antibiotici e agenti patogeni resistenti ai farmaci.
I produttori di gamberetti usano spesso grandi quantità di prodotti chimici per uccidere pesci, molluschi, funghi, piante, insetti e parassiti nei loro stagni. Alcune sostanze chimiche rimangono nel gamberetto, che viene poi servito senza troppi scrupoli ai consumatori, causando potenzialmente un impatto nocivo sulla salute umana. Considerando che il 90% dei gamberetti consumati negli Stati Uniti è importato da Thailandia, Indonesia ed Ecuador, e proviene da allevamenti intensivi, siamo certi che il livello di contaminazione sia davvero molto alto, tanto da spingerci a consigliare di leggere sempre molto attentamente la provenienza degli alimenti.