Sono una mamma "cattiva": dico tanti no, metto delle regole e mi faccio aiutare nelle faccende
Quante volte, guardando all’operato dei nostri genitori, ci siamo ripromessi di non comportarci allo stesso modo con i nostri figli?
Soprattutto poi chi è cresciuto con genitori severi e poco accondiscendenti verso i bisogni dei figli, cerca di distaccarsi più possibile dall’esempio genitoriale che ha avuto.
Regole e imposizioni, “doveri” da rispettare, quel “un giorno capirai...” che molti si son sentiti dire. Ma abbiamo davvero capito l’importanza di rispettare le regole?
Un bambino non è solo un bambino, è anche la somma dei tanti atteggiamenti che assorbe quotidianamente, è il piccolo adulto dentro di lui.
Rispetto a quando eravamo bambini, oggi sempre più spesso si parla di educazione attraverso una disciplina dolce, basata sulla considerazione che i bambini siano piccole persone.
Alcune volte, il bambino viene lasciato a ruota libera e questo tipo di atteggiamento può sfociare in una educazione con una vera mancanza di regole.
Eppure mettere dei punti fermi è altrettanto importante, alla stregua dell’essere empatici.
Davvero la scelta di mettere regole definisce una brava mamma o una cattiva mamma? Si può definire una mamma cattiva perché impone delle regole, o perché fa in modo di responsabilizzare i propri figli con faccende adatte alla loro età, o perché impone un orario per la nanna o il divieto di mangiare caramelle e cioccolata in quantità?
Una mamma è cattiva se porta a scuola calcio o a danza i bambini anche se dicono di no perché non ne hanno voglia quel giorno, o se li esorta a studiare prima di poter giocare?
Tante volte si mettono in campo mille scuse per non prendere decisioni, per non indirizzare i figli verso l’autonomia o verso la responsabilità delle proprie azioni.
Portare a termine ciò che si è cominciato, prendersi cura dei propri giochi o della cameretta, assumersi piccoli pezzi di responsabilità in base alla propria età, questo vuol dire indirizzare i figli verso la crescita e l’autonomia.
Il mondo in cui viviamo ci spinge sempre di più verso la ricerca del successo e della perfezione, è quindi importante insegnare ai figli il rispetto delle regole anche a costo di fallimenti. Tanto più che fallire aiuta ad imparare dai propri errori per poter migliorare.
Non è mettendo i bambini in una campana di vetro che li proteggeremo e li renderemo adulti migliori. Il fallimento genera maturità, proietta il bambino verso le possibili difficoltà dell’età adulta.
Le mamme cattive non esistono, perché sono brave mamme che cercano di definire confini e dare punti fermi; perché le regole sono importanti, e aiutano a crescere in autonomia.