La vita è troppo breve per viverla secondo i piani degli altri
La vita è preziosa, breve e soprattutto unica. Trascorrere un’intera esistenza nella paura di realizzare sogni, progetti e aspirazioni estingue le proprie risorse innate perché non si sta raggiungendo il proprio potenziale, non si sta realizzando il proprio destino. Le catene e i limiti che impediscono di godere pienamente del tempo concesso a volte sono autoimposte, altre volte sono frutto di obblighi, tradizioni e percorsi già tracciati da altre persone.
Vivere la vita degli altri fa perdere sé stessi, fa sprecare la propria, un dono inestimabile e irripetibile, che pare lunga ma che passa più rapidamente di quanto si immagini. Quando il blocco è puramente psicologico, quando si teme di uscire dalla propria zona di confort, bisogna accettare la responsabilità di ciò che no si sta compiendo, liberandosi da fobie e freni che sono soltanto nella propria mente.
In circostanze diverse, a rallentare o forzare gli eventi in una direzione che non si percepisce come la propria, possono essere anche le persone più care o vicine come familiari o partner. In tutti questi casi occorre ricordare a sé stessi che nessuno è padrone di altri e per questo non può decidere o pilotare le scelte al suo posto.
Affetto, rispetto e amore spesso diventano delle trappole mentali che fanno impantanare in una condizione estranea, facendo accettare compromessi o rinunciare a ciò che davvero si vuole. La famiglia, gli amici o la coppia devono essere nuclei e presenze che danno stimolo, vigore e motivazione per il raggiungimento dei propri obiettivi, non certo un ostacolo o una scusa per rimandarli o addirittura archiviarli per sempre.
Un giorno ci si potrebbe accorgere improvvisamente di avere più passato che futuro, di aver trascorso una vita intera nei panni di qualcun altro, e questo non deve mai accadere. Sul cammino si può anche fallire e non riuscire a concretizzare ciò che si desidera, nonostante lo si voglia con tutte le forze, ma ciò fa parte del gioco.
Diverso è invece quando ci si accorge di avere nella mente un intero album di ricordi sbagliati, trovandosi a pregare invano di poter tornare indietro per rifare ogni cosa diversamente. Bisogna tenere a bada o alla larga chi ha l’ossessione del controllo, e che prova a gestire anche il percorso che non gli appartiene. Lungo il sentiero si può incontrare qualcuno che condivide lo stesso viaggio, ma l’unico vero dovere che si ha è verso sé stessi.