Questo bar di Cremona ha sostituito le slot col biliardino: "Siamo stanchi di vedere i clienti rovinarsi la vita"
Chi è stato adolescente negli anni ’80 ricorda la tipica atmosfera del bar con tavolini, un flipper, in alcuni casi un tavolo da biliardo e l’immancabile calcio balilla. Dagli anni ’90 in poi in questi piccoli avamposti di italianità dove si trascorreva il tempo tra caffè, chiacchiere e una partita a carte, cominciano ad insinuarsi le diaboliche macchinette mangiasoldi. Ecco che in un locale del cremonese qualcuno ha avuto il coraggio di riportare indietro le lancette.
via laprovinciacr.it
Questi “eroi normali” sono Marco Rossi e la sua compagna Laura Millini, titolari del bar “Al56” a Corte de Frati in provincia di Cremona. I due, stanchi di vedere i propri clienti buttare via denaro con le slot machine, hanno deciso di bandirle riproponendo il caro vecchio biliardino.
Una scelta non facile in quanto video poker e simili fruttano un consistente guadagno extra per chi li impiega nella propria attività. Marco e Laura in particolare hanno rilevato la struttura con già 3 slot presenti, capaci da sole di garantire un introito di circa 2mila euro al mese.
Difficile rinunciare a un tale incasso ma piuttosto che sentirsi responsabili nel rovinare la vita delle persone i nuovi proprietari hanno preferito dire basta. L’intenzione è quella di ricreare un ambiente sano dove la gente può intrattenersi in maniera innocente senza gettare via lo stipendio.
Nel solo paesino di Corte de Frati lo scorso anno sono stati spesi in gioco d’azzardo legalizzato quasi 350mila euro, una cifra enorme per una comunità così piccola. A livello nazionale poi i dati sono da capogiro, se si pensa che dal 2014 al 2016 il fatturato del settore è passato da 84,5 a 97,6 miliardi di euro, toccando i 101,8 nel 2017.
L’ammirevole iniziativa di Laura e Marco è la dimostrazione che quando si vuole si può davvero fare la differenza. A dare il suo sostegno e plauso al gesto di grande coscienza etica e sociale è stato anche il sindaco del paese Rosolino Azzali che l’ha definita un’idea semplice ed efficace per contrastare una vera e propria piaga sociale.
La ludopatia è una forma di dipendenza come qualunque altra, salvo che può essere molto più insidiosa. Come se non bastasse il problema non è oggetto di adeguata attenzione da parte delle istituzioni, in parte anche per gli enormi interessi economici che ruotano intorno al gioco. Per difendersi non resta quindi che agire in prima persona: a volte “progresso” vuol dire fare un passo indietro.