Le persone che dicono molte parolacce sono anche i migliori amici che si possono avere: ecco perché

di Davide Bert

13 Aprile 2019

Le persone che dicono molte parolacce sono anche i migliori amici che si possono avere: ecco perché
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Da sempre l’educazione, nel comportamento come nel modo di esprimersi, è considerata un valore ed una qualità apprezzata a tutti. Essere garbati e utilizzare un linguaggio corretto sono tra le caratteristiche più ricercate nelle relazioni sociali, sia quando si tratta di amici che nella scelta del partner.

Tuttavia alcuni studi hanno rivelato che i soggetti più “sboccati” sono anche quelli che si possono considerare dei compagni ideali. Ecco perché.

Le persone che dicono molte parolacce sono anche i migliori amici che si possono avere: ecco perché - 1

A fare questa singolare e interessante scoperta sono stati gli psicologi Timothy Jay e Kristi Janschewitz, entrambi professionisti presso il Marist College di New York. La loro ricerca intitolata “La pragmatica della maleducazione” evidenzia come coloro che dicono molte parolacce siano nella maggior parte dei casi anche dei soggetti particolarmente sinceri ed onesti.

Essere schietti, rudi, magari volgari e al limite della decenza può essere per qualcuno il presupposto della purezza d’animo, il che ne fa degli amici da non lasciarsi sfuggire. Pronunciare oscenità significa inoltre essere a proprio agio con sé stessi, non avere conflitti interiori e quindi non possedere alcuna contraddizione tra ciò che si pensa e ciò che si dice.

Per ultimo ma non per ultimo, il turpiloquio sembrerebbe essere anche uno dei “sintomi” dell’intelligenza spiccata. La ragione di questa strana associazione tra trivialità e materia grigia pare stia nella capacità o meglio nella consapevolezza del valore profondo delle parole. Questo tipo di persone conosce meglio le sottili sfumature lessicali e le sceglie le parole, anche se pesanti, con perfetta cognizione di causa.

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Il succo del discorso è che la scurrilità debba essere rivalutata, non solo come qualità intrinseca di un individuo ma anche sotto il profilo del suo essere “animale sociale”. Di certo tutti i detrattori della parolacce gratuite e fautori del dialogo raffinato storceranno il naso, ma questa tesi ha le sue fondamenta in dati empirici e statistici, quindi qualcosa di vero ci sarà pure.

Ad ogni modo la prossima volta che un membro della propria cerchia sociale si lascerà andare a commenti poco signorili non c’è che lasciarlo e fare e magari cercare di conoscerlo meglio.

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