Un gatto percorre 20 km per tornare dai suoi padroni, ma poi loro chiedono di sopprimerlo
Chi non ha mai avuto un animale domestico non può capire né tanto meno credere quando si parla del profondo legame che si instaura tra le persone e gli amici a 4 zampe. Ci sono diversi episodi che raccontano di cani o gatti rimasti a vegliare sulle tombe dei loro padroni per anni, o che hanno percorso lunghe distanze per ritrovarli. Questa storia comincia proprio con un ritorno a casa dal finale amaro ma per fortuna l’epilogo è più dolce che mai.
via animalchannel.co
Ci troviamo negli Stati Uniti ed il protagonista è Toby, un gatto randagio che fu adottato in un primo momento da una famiglia. Poco dopo però i padroni ebbero un ripensamento a causa del pessimo rapporto dei felini di casa con il nuovo arrivato.
Venne così dato in affido ad un'altra famiglia, ma a quanto pare lui invece si era affezionato alla sua prima casa, tanto da viaggiare per quasi 20 chilometri per ritornare da quelli che considerava i suoi veri “mamma e papà”. Ritrovandoselo davanti alla porta, la reazione dei suoi vecchi padroni fu a dir poco sconcertante.
Anziché essere commossi da tanto attaccamento, lo portarono in un rifugio per animali e chiesero di farlo sopprimere. Il personale della struttura invece di eseguire l’orribile sentenza prese a cuore il destino del micio e fu deciso di trovare a Toby una famiglia che lo volesse davvero.
Venne contattata la SPCA di Wake County, associazione attiva nella prevenzione dei maltrattamenti contro gli animali. Da una prima valutazione medica il gatto risultò positivo alla FIV (immunodeficienza felina) olte che ad una infezione alle vie respiratorie.
Grazie alle cure e all’amore di tutto lo staff finalmente Toby fu rimesso in sesto. La sua foto insieme ad annuncio di adozione venne pubblicato sui social e il primo a chiamare fu Michele Puckett di Raleigh, Carolina del Nord. Ora Toby ha una famiglia composta da due umani e altri due “fratellastri gatti”. Si è ambientato benissimo nella nuova casa e si comporta come se fosse vissuto lì da sempre.
Difficile pensare che al giorno d’oggi possano esistere ancora persone capaci di condannare a morte un animale per non potersene prendere cura. La vicenda è divenuta virale e la speranza è stimolare la gente a dare a queste dolci creature una seconda possibilità, così che tanti altri come Toby possano trovare qualcuno che li ami.