Se pensi che i gatti siano asociali, è più probabile che lo sia tu: lo dice la scienza

di Laura Gagliardi

07 Marzo 2019

Se pensi che i gatti siano asociali, è più probabile che lo sia tu: lo dice la scienza
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Può sembrare incredibile, ma al mondo ci sono ancora persone che credono che i gatti siano animali solitari e riservati, magari anche restii ad intrattenersi con gli esseri umani.

Nonostante la scienza abbia già dimostrato in precedenza che i mici preferiscono passare più tempo con le persone che con i cibo o i giochi, è dovuta intervenire ancora una volta per sfatare il mito del gatto schivo: stavolta sono stati i ricercatori della Oregon State University a dimostrare la voglia dei gatti di interagire con gli esseri umani dipende più che altro dall'attenzione che si rivolge loro e dal contesto di origine dei felini, piuttosto che dal loro grado di familiarità con la persona in questione.

via sciencedirect.com

Heather/flickr

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Lo studio, pubblicato su Behavioral Processes, ha coinvolto 46 gatti – per metà provenienti dal gattile, e per metà domestici – in due esperimenti, al fine di valutare il peso che attenzioni dedicate, origine del gatto e familiarità hanno nel determinare il grado di socievolezza dei felini; un'apertura quantificata in termini di tempo trascorso insieme e di frequenza dei miagolii.

Nel corso del primo esperimento, i mici hanno trascorso qualche minuto con una persona che prima non parlava e non si muoveva, e poi che li chiamava ed accarezzava; il secondo test, identico al primo, ha però preso in esame solo i gatti domestici ed i loro padroni.

È emerso che più li si chiamava, più i gatti si avvicinavano all'uomo – ovvero che le attenzioni dedicate hanno un'influenza maggiore nel determinare la socievolezza dei gatti. Inoltre, i mici senza padrone hanno mostrato di voler trascorrere più tempo con coloro che li vezzeggiavano e coccolavano, forse perché maggiormente bisognosi di coccole. 

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pexels

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Secondo Kristyn Vitale, una delle ricercatrici, «questo insieme di test indica che i gatti domestici riconoscono il livello di attenzione umano e modificano il loro comportamento in risposta ad esso, perché sono sensibili ai segnali sociali umani». D'altra parte, già altri studi avevano dimostrato la ricettività felina alla comunicazione umana – movimento delle mani, tono della voce ed umore. Ciò significa che non sono i gatti ad essere asociali, bensì gli uomini, che, dimostrando poco affetto od interesse, non suscitano – giustamente – le loro simpatie.

Inoltre, il carattere di ogni esemplare appare un fattore più importante della stessa familiarità con la persona, quando si parla di espansività felina.

Insomma, niente che gli autentici amanti dei gatti non avessero già capito, dopo anni trascorsi in compagnia di questo adorabile animale, sì fieramente indipendente, ma anche teneramente coccolone. 

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