A chi non dà valore alla tua presenza, regala la tua assenza
Non si apprezza mai quello che si ha finché non lo si perde – questa è un’espressione piuttosto comune e retorica che però racchiude dentro di sé una innegabile verità. Nella maggior parte dei casi le persone tendono a dare per scontato ciò che possiedono, specialmente quando si tratta di relazioni. Quando però si è nei panni di chi non riceve abbastanza amore, gratitudine o affetto bisogna imparare a proteggersi, a spezzare quel legame tossico.
In un rapporto non si può solo dare senza mai ricevere. Non è questione di equità o di far “quadrare il bilancio dei sentimenti”, ma ne va della propria salute psicofisica. Non ricevere abbastanza da parte del proprio partner finisce col minare la propria autostima, la fiducia in se stessi e il benessere generale. Sentirsi ignorati è bruttissimo, perché svaluta tutto quello che si dà, tutto quello che si è quando si sta insieme a qualcuno.
Si può combattere fin quando vale la pena di farlo, fino a quando si sa che un amore può essere salvato, ma non se la persona che si ama è vicina solo fisicamente, ma con il cuore e con la mente, se ne è andata già da tempo. Dedicarsi ad una persona cara è stupendo solo finché c’è continuo scambio e corrispondenza emotiva, ma non bisogna mai spingersi fino al punto di trascurare o dimenticare sé stessi.
L’amor proprio è la prima forma d’amore, la più importante e duratura, perché ci conviviamo per tutta la nostra vita. Arriva quindi il momento di reagire all’indifferenza con l’assenza, allontanandoci da chi ci ha allontanato. In questo modo si può bloccare quel processo di deterioramento interiore che ci sta uccidendo lentamente.
Dare la nostra assenza a qualcuno che fa mancare la propria presenza è una scelta necessaria ma non per questo indolore. Si tratta però dell’ultima occasione per potersi mettere in salvo, e per dare a entrambi l’opportunità di riavviare le proprie esistenze.
Scrivere una lettera, mettendo nero su bianco tutto quello che si vorrebbe dire a quella persona, per poi strapparla, può essere qualcosa di catartico, che simbolicamente ci libera da quei sentimenti. L’ultimo passo è perdonare e perdonarsi, dimenticare e andare avanti, sciogliere il nodo con cui è legata quella pesante ancora che ci tiene bloccati, per riemergere di nuovo in superficie a respirare.