Perché per alcune persone è così difficile ammettere di avere torto?
Prima o poi, nel bene o nel male tutti commettiamo degli errori, a volte piccoli, altre invece anche molto grandi. A prescindere dalla loro gravità tutto dipende dalla nostra capacità di accettare la situazione, e di ammettere di aver commesso uno sbaglio. Farlo non è mai piacevole perché implica prendere atto di non aver saputo valutare bene le cose, in pratica mettersi in discussione.
Se da una parte c'è chi non ha difficoltà a riconoscere la propria responsabilità, dall'altra esistono persone che non riescono proprio ad ammettere un errore e non lo faranno mai. La ragione di questo comportamento è legata al loro ego, alla loro autostima. Queste persone in pratica hanno una personalità estremamente fragile, e il negare l’evidenza gli è necessario come respirare. Per loro riconoscere di aver torto significa minacciare la stessa percezione di se.
Confessare un errore sarebbe una realtà talmente pesante da mandarli in pezzi. Da sempre la negazione della verità, specialmente quando essa è troppo scomoda, è uno dei meccanismi di difesa più comuni adottati da chi ha un costituzione psicologica debole o dei seri conflitti irrisolti.
Un altro effetto della negazione della realtà può essere ad esempio il raccontare o addirittura il “raccontarsi” delle bugie pur di sostenere la “propria verità”. Può capitare di incontrare questo tipo di individui più spesso di quanto si pensi, senza tuttavia riconoscerli davvero. In molti casi infatti questo modo di essere e di vivere viene scambiato per un’ostentazione di decisione e sicurezza.
In realtà le persone che si ostinano a difendere una versione non stanno soltanto sostenendo la propria posizione, ma semplicemente non hanno altra scelta. Qualcosa dentro di loro li obbliga a farlo, hanno bisogno di ingannare gli altri e se stessi pur di mantenere la propria linea e non dover chiedere scusa. La rigidità psicologica non è affatto un segno di forza ma al contrario una manifestazione di insicurezza e di paura.
Bisogna sviluppare la capacità di osservare i comportamenti di una persona in diversi frangenti, soltanto così si può comprendere con chi si ha a che fare. Quando si individua uno di questi soggetti fragili, l’importante è ricordarsi che la loro insistenza non è questione di cattiveria, e che non ha nulla a che fare con noi.