Trattenere di continuo le proprie emozioni fa ammalare il corpo e la mente

di Laura Gagliardi

06 Febbraio 2019

Trattenere di continuo le proprie emozioni fa ammalare il corpo e la mente
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Alcune persone hanno la tendenza a trattenere le proprie emozioni, per evitare che una qualche manifestazione autentica del proprio io si palesi con chiarezza e senza pudore al resto del mondo.

Spesso si ha paura dell'impatto che la propria emotività reale potrebbe avere sugli altri: scapperanno, vedendo le nostre lacrime? Rimarremo soli, se sfogassimo la nostra collera? Saremmo derisi se esprimessimo il nostro amore? Il timore della solitudine e il terrore di non essere amati hanno il sopravvento.

Ma – che si tratti di rabbia, di gioia, rancore o tristezza – si finisce per rimanere imprigionati dentro a quel non - espresso, finché non si è più se stessi, non si è più nulla, se non che schiavi della paura.

via time.com

 Gabriel Matula/unsplash

Gabriel Matula/unsplash

Ci si illude che, non esprimendo i propri reali stati d'animo, quelle tempeste emotive passeranno da sole; la realtà è che invece si trasformano in uragani silenziosi, che col tempo spazzano via ciò che siamo, lasciandoci vuoti. Una condizione emotiva che filtra nelle fibre del nostro corpo, facendoci ammalare, persino. 

Infatti, secondo vari studi, reprimere i propri impulsi emotivi diminuisce la propria capacità di problem solving, così come la memoria di esperienze emotivamente significative; peraltro, conduce a sviluppare pessimismo e depressione, e una certa asocialità. Una ricerca della Stanford University ha dimostrato che rimanere impassibili di fronte ad immagini repellenti, scatena forti reazioni di stress. Sulla stessa strada, un altro studio ha individuato un rischio di morte cinque volte maggiore nei soggetti tendenti alla negatività e alla repressione dei propri stati d'animo.

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 Kyle Glenn/unsplash

Kyle Glenn/unsplash

L'aspetto peggiore di questo atteggiamento auto - repressivo non è però tanto il fatto che ci si ammali, quanto piuttosto che non si vive: se non ci si mostra al mondo per ciò che siamo veramente, allora il mondo non vedrà nessuno. La nostra gioia, il nostro dolore, il fastidio e l'amore per determinate cose e persone, così come il modo in cui comunichiamo questa nostra emotività, ci rendono ciò che siamo – unici.

Inoltre, il fatto di liberarci di ciò che si agita dentro di noi, ci impedisce di far spazio al nuovo, ovvero di accogliere il cambiamento, che è l'essenza stessa della vita.

Allora, non tratteniamo la rabbia, ma accettiamola; non tratteniamo il pianto, perché innaffia il nostro cuore, donandogli nuova energia; non tratteniamo alcuna emozione, perché ci parla della nostra anima. Esprimiamo in ogni momento noi stessi, ed assaporeremo ogni istante – dolce e amaro – di vita su questa terra.

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