A volte di fronte alla cattiveria la cosa migliore da fare è rispondere con una lezione di bontà

di Davide Bert

29 Gennaio 2019

A volte di fronte alla cattiveria la cosa migliore da fare è rispondere con una lezione di bontà
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Bene e male sono da sempre le forze che muovono il mondo, in eterna contrapposizione ed equilibrio. I due elementi sono stati ripresi in ogni cultura ed epoca, con variabili sociali, morali e culturali. Trasferendo i concetti nelle azioni quotidiane delle persone, la domanda è: come ci si comporta con chi ci fa una cattiveria? Ecco alcuni spunti di riflessione per imparare ad agire nel modo più giusto quando siamo vittime di un atteggiamento sbagliato.

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La bontà usata come risposta ad una cattiva azione rappresenta un insegnamento universale. La nostra buona azione ridimensiona la gravità del male che ci è stato inferto ed allo stesso tempo ci libera delle emozioni negative. 

Un atto di bontà fa bene a noi e agli altri, chi è malvagio persegue solo i propri interessi, ma in questo modo si deruba da solo. Essere buoni ci rende più ricchi perché migliora la stima di noi stessi, è come “solidarietà contagiosa”, ci gratifica e ci migliora. Insomma, la bontà nutre, la cattiveria prosciuga.

Non dobbiamo cadere nell'errore di pensare che perdonare equivalga a dimenticare. Concedere il perdono a chi è stato crudele con noi è una prova molto dura, tuttavia farlo non significa cancellare il torto subito. Conserveremo il ricordo dell’esperienza diventando meno ingenui e più saggi, senza continuare a portarne il peso e la sofferenza. Perdonare ci libera dal tenere aperta una ferita più di quanto serva a farla guarire.

Vendicarsi di un torto sembra farci sentire meglio ma è solo un’illusione momentanea. Alimentare il rancore non farà altro che portare ad altro male. Chi risponde all’odio con l’odio non guadagna nulla e finisce col perdere se stesso.

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Nessuno nasce angelo o diavolo, santo o peccatore, tutto fa parte di come cresciamo e di come operiamo le nostre scelte. Non si può reagire alla cattiveria con la vendetta se nella nostra vita abbiamo deciso di non fare del male a nessuno. 

Se la collera e il dolore generate da una cattiveria sono troppo forti è bene prendersi tutto il tempo necessario per far guarire la ferita. Questa “pausa” non servirà a dimenticare ma bensì a placare l’animo e liberarsi dalla rabbia. Se nonostante tutto non riuscite a riparare al torto con una buona azione, meglio scegliere di allontanarsi piuttosto che qualunque altra soluzione.

Il male e la violenza sono sempre pronti a scatenarsi, quindi per dare equilibrio al mondo bisogna non solo praticare la bontà, ma educare gli altri a fare altrettanto. Dare il buon esempio è il mondo migliore per instillare nel prossimo un insegnamento positivo e la voglia di rimetterlo in pratica.

E per concludere, se proprio non volete rinunciare a prendervi una rivincita, questa formula è comunque vincente: infatti contrapporre alla malvagità una benevola indifferenza è la "vendetta" più fine ed efficace che possiate mettere in atto.

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