A volte di fronte alla cattiveria la cosa migliore da fare è rispondere con una lezione di bontà

Bene e male sono da sempre le forze che muovono il mondo, in eterna contrapposizione ed equilibrio. I due elementi sono stati ripresi in ogni cultura ed epoca, con variabili sociali, morali e culturali. Trasferendo i concetti nelle azioni quotidiane delle persone, la domanda è: come ci si comporta con chi ci fa una cattiveria? Ecco alcuni spunti di riflessione per imparare ad agire nel modo più giusto quando siamo vittime di un atteggiamento sbagliato.

La bontà usata come risposta ad una cattiva azione rappresenta un insegnamento universale. La nostra buona azione ridimensiona la gravità del male che ci è stato inferto ed allo stesso tempo ci libera delle emozioni negative.
Un atto di bontà fa bene a noi e agli altri, chi è malvagio persegue solo i propri interessi, ma in questo modo si deruba da solo. Essere buoni ci rende più ricchi perché migliora la stima di noi stessi, è come “solidarietà contagiosa”, ci gratifica e ci migliora. Insomma, la bontà nutre, la cattiveria prosciuga.
Non dobbiamo cadere nell'errore di pensare che perdonare equivalga a dimenticare. Concedere il perdono a chi è stato crudele con noi è una prova molto dura, tuttavia farlo non significa cancellare il torto subito. Conserveremo il ricordo dell’esperienza diventando meno ingenui e più saggi, senza continuare a portarne il peso e la sofferenza. Perdonare ci libera dal tenere aperta una ferita più di quanto serva a farla guarire.
Vendicarsi di un torto sembra farci sentire meglio ma è solo un’illusione momentanea. Alimentare il rancore non farà altro che portare ad altro male. Chi risponde all’odio con l’odio non guadagna nulla e finisce col perdere se stesso.

Nessuno nasce angelo o diavolo, santo o peccatore, tutto fa parte di come cresciamo e di come operiamo le nostre scelte. Non si può reagire alla cattiveria con la vendetta se nella nostra vita abbiamo deciso di non fare del male a nessuno.
Se la collera e il dolore generate da una cattiveria sono troppo forti è bene prendersi tutto il tempo necessario per far guarire la ferita. Questa “pausa” non servirà a dimenticare ma bensì a placare l’animo e liberarsi dalla rabbia. Se nonostante tutto non riuscite a riparare al torto con una buona azione, meglio scegliere di allontanarsi piuttosto che qualunque altra soluzione.
Il male e la violenza sono sempre pronti a scatenarsi, quindi per dare equilibrio al mondo bisogna non solo praticare la bontà, ma educare gli altri a fare altrettanto. Dare il buon esempio è il mondo migliore per instillare nel prossimo un insegnamento positivo e la voglia di rimetterlo in pratica.
E per concludere, se proprio non volete rinunciare a prendervi una rivincita, questa formula è comunque vincente: infatti contrapporre alla malvagità una benevola indifferenza è la "vendetta" più fine ed efficace che possiate mettere in atto.