La legge del distacco emotivo: ecco perché dovresti distaccarti dai tuoi obiettivi
Ogni nostra scelta – da quella più facile a quella più difficile – contiene in sé l'ombra del disappunto per ciò che non abbiamo scelto e cui abbiamo pertanto rinunciato. Parallelamente, anche i momenti più belli celano in sé un velo di tristezza, per la consapevolezza che presto o tardi avranno fine.
In realtà, ciò che ci spinge ad andare avanti è la ricerca della felicità – ma come realizzarla? Per molti attraverso il possesso di oggetti o nella sperimentazione di determinate situazioni; questo modo di fare, tuttavia, ci lascia – in fondo – stressati ed insoddisfatti.
Meglio dunque provare a vivere distaccati dal risultato di ogni situazione, focalizzati sul presente e sull'impegno a migliorarci. Ovvero, come spiega il racconto del saggio indiano e del turista, attraverso il distacco emotivo.
via psicoadvisor.com
La favola del saggio indiano e del turista
Un turista in viaggio a Calcutta decide di incontrare un famoso saggio indiano. Recatosi presso la sua abitazione, resta colpito dalla modestia della casa: la dimora – una semplice stanza – è infatti occupata soltanto da un letto, un tavolo e una panca, oltre a numerosi libri. Il turista, incuriosito, chiede allora al saggio: "Dove sono gli altri mobili?"
Il saggio, levata la testa lentamente, lo osserva e domanda a sua volta: "E i tuoi, dove sono?". Sorpreso, il turista risponde: "I miei? Ma io sono qui solo di passaggio!".
"Anche io..." conclude il saggio.
Indian Yogi (Yogi Madhav)/unsplash
Questo racconto sintetizza il concetto di distacco emotivo – uno dei pilastri del buddismo –, inteso come una delle vie per raggiungere la pace spirituale, il benessere e la felicità. Esso consiste nel rinunciare al nostro attaccamento agli oggetti e all'interesse per il risultato, restando invece ancorati all'intenzione e ai propri obiettivi. Nel momento in cui non siamo interessati al risultato, ci allontaniamo dal desiderio – spesso confuso con un bisogno da realizzare, ma in realtà insoddisfacente.
Il distacco significa avere fiducia nelle proprie potenzialità, l'attaccamento, invece, avere paura della perdita; il distacco ci fa sentire sicuri e ci spinge ad agire in maniera più rilassata, mentre l'attaccamento ci fa vivere nell'ansia. Stesso discorso vale per le relazioni: in questo caso, distaccarsi non significa non amare, bensì non dipendere dalla persona con cui abbiamo una relazione; vuol dire essere autonomi, liberi dalla paura della perdita, per iniziare a godere veramente dei frutti dell'amore.
Pertanto, se è importante avere degli obiettivi, essi però servono a dirci in quale direzione procedere; ma il cammino che dovremo affrontare è pieno di infinite possibilità, e del modo per affrontarle è il distacco emotivo. Infatti, lungo il cammino potremo imbatterci in un problema: praticando il vero distacco, allora, non forzeremo le soluzioni, ma aspetteremo pazienti, scoprendo le opportunità che quella situazione problematica ci apre. In questo modo non solo soffriremo molto meno nelle avversità, ma troveremo la soluzione più velocemente, e questo ci permetterà di crescere come persone.
Invece di restare attaccati emotivamente ad un risultato specifico, iniziamo ad attaccarci al presente, che è tutto ciò che abbiamo, e l'unico momento in cui possiamo essere felici.