L'errore non è un fallimento, ma uno strumento per crescere e migliorarsi
Una delle tappe principali nello sviluppo dell'autostima di un bambino è imparare a gestire l'errore e la sconfitta. A tutti noi capita di sbagliare o di non riuscire in qualcosa, e saper trarre una lezione da questa esperienza invece di mettere in atto comportamenti difensivi è un grande pregio, che ripaga per il resto della vita.
L’errore non deve essere considerato un fallimento ma uno strumento per crescere. Attraverso il fallimento, i bambini possono proseguire nel loro processo di sviluppo psicologico ed emotivo in modo sano, con benefici nelle relazioni sociali ed affettive.
Nella nostra società domina la legge del vincere ad ogni costo, come se ci fossimo dimenticati che l’importante è partecipare e provarci. Essere vincenti a tutti i costi è un’illusione, anche molto pericolosa, perché significa conformarci all'esigenza di essere sempre performanti, un’esigenza che proviene dalla nostra società che spinge le persone ad essere superficiali e poco umane.
via kqed.org
L’errore, lo sbaglio, il fallimento invece fanno parte della vita e del percorso evolutivo di ognuno di noi. Sono inevitabili. Pretendere da noi stessi di non sbagliare è un obiettivo irrealistico, significherebbe non essere umani. Il fallimento può e deve essere educativo. Attraverso l’errore possiamo conoscerci meglio, possiamo fare un’autocritica costruttiva attraverso la quale capire meglio noi stessi, modificare il nostro comportamento e accogliere nuove strade da percorrere. Il fallimento, dunque, permette di connetterci con la dimensione più intima e profonda di noi stessi e stimola nuovi tipi di intelligenza adattiva.
A questo punto, diventa necessaria una nuova educazione al fallimento anche per i più piccoli. Gli insegnamenti che derivano dalle sconfitte dovrebbero accompagnare l’uomo durante tutte le tappe evolutive dello sviluppo per spronarlo a dare il meglio di sé, a rialzarsi ogni volta che cade per ricominciare meglio di prima.
Jesus Dieguez Fernandez/Flickr
Ogni persona va considerata in una prospettiva olistica, compresi i difetti, i limiti, i passi falsi che possono essere preziose risorse per divenire individui sempre più autentici e umani. I genitori in questa ottica possono fare molto, evitando di spingere i loro figli a vincere in ogni gara affrontata, in ogni prova scolastica, sportiva e ricreativa. Purtroppo, spesso questo atteggiamento genitoriale continua anche dopo, quando convincono i figli a seguire corsi di laurea di prestigio o a lavorare nell’azienda di famiglia nonostante le inclinazioni e i desideri dei figli siano diversi.
I genitori dovrebbero invece insegnare al bambino che attraverso il fallimento si acquista fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, si aumenta l’autostima e l’abilità nel far fronte allo stress che una sconfitta può provocare nel piccolo.
Sia per i bambini che per gli adulti, l’errore può rappresentare un nuovo inizio e può innescare un percorso di cambiamento interiore per relazionarsi con il mondo circostante in modo sano e adattivo.