Fidarsi degli altri è sempre un pregio: è chi tradisce che dovrebbe vergognarsi
Le uniche cose importanti nella vita sono i legami che ci uniscono, per questo dobbiamo fare molta attenzione a proteggerli. Perché, alle volte, basta poco perché il castello di mattoni cada per un colpo di cannone ben assestato. Ma come può un legame saldo e forte venire meno? Semplice, perché qualcuno ha tradito la fiducia del prossimo.
Sì, è difficile da dire, ma è così: la fiducia è un elemento prezioso che, spesso, viene poco protetto. Sia da chi commette un tradimento, sia da chi lo subisce: spesso si sente dire infatti che se ti tradiscono una volta, la colpa è dell’altro, ma se ti tradiscono due volte, è colpa tua. Su questo però siamo d'accordo solo in parte: sentirci in colpa per un torto ricevuto non è mai un’opzione che porta dei benefici. La base di partenza per superare un tradimento è capire che tutti noi possiamo mancare di fiducia a qualcuno, volenti o nolenti. Anche le brave persone. E che quindi tutti meritiamo il perdono, almeno la prima volta.
Sostanzialmente, non dobbiamo sentirci come persone inferiori agli altri se abbiamo subito un tradimento. Sì, è un’azione ignobile, ma è un difetto umano che non ci deve far cambiare per sua causa. Cioè, non bisogna cercare vendetta o rivalsa sociale, ma realizzare un sentimento di comprensione che riesca a rendere migliori non solo noi stessi, ma anche le persone che ci circondano. Cambiare si può, solo se lo slancio emotivo si basa su posizioni positive.
Infine, soprattutto quando il tradimento è irrecuperabile, è importante non perdere fiducia completa nel genere umano. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Per una persona che è incline a non rispettare la fiducia, ce n’è sempre una in grado di farlo. Non serve a nulla chiudersi a riccio nelle proprie convenzioni relazionali, chiedendosi se sia il mondo ad avercela con noi o se non siamo in grado di convivere con esso. È meglio, invece, reagire a situazioni di sconforto realizzando relazioni di fiducia con persone che realmente lo meritano, donandosi sapendo dosare la propria bontà e rispettando quella altrui. Solo così il cambiamento potrà dirsi benefico.