La stupenda riflessione di Piero Angela sull'importante ruolo sociale dell'insegnante
Difficilmente potremmo dire che esiste qualcuno che conosce i figli meglio dei loro genitori; eppure, con sicurezza potremmo affermare che c'è qualcuno che ne conosce un aspetto diverso: gli insegnanti. Infatti, la scuola rappresenta un tipo di comunità diversa dalla famiglia – per via della natura dei legami dei suoi componenti –, in cui sebbene i principi possano essere gli stessi – pacifica convivenza, tolleranza, rispetto, cooperazione – ha tuttavia regole sue.
A volte, però, i genitori lo dimenticano, pretendono di sapere tutto del figlio e lo giustificano quando i professori ne rimproverano alcuni comportamenti poco ortodossi. In questi casi, l'istinto di protezione di mamma e papà rischia di rinchiudere il figlio in una bolla, lontano dalla dimensione comunitaria in cui, invece, la scuola per vocazione si muove.
Nel momento in cui i figli fanno il loro ingresso nel mondo della scuola, essi entrano infatti a far parte della società, all'interno della quale non esistono più solo mamma e papà – che da parte loro debbono riconoscerlo, accettandone le conseguenze. Quali siano queste conseguenze, lo spiega chiaramente il giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela, ricordando – in un'intervista televisiva – i tempi della scuola di suo figlio Alberto:
“Mio figlio Alberto fu bocciato in quinta elementare. Gli bruciò molto. Come la presi? Bene! Perché se uno non fa bene, deve essere punito. Qui ora si tende a dare la colpa agli insegnanti. Ma, pensai, se non ha fatto bene, deve rifare l’anno. Credo che quella bocciatura abbia innescato una spirale virtuosa. Qual è il segreto? Non lo so, forse è perché passano emozioni, non solo parole”.
I genitori debbono quindi riconoscere il ruolo centrale che i professori svolgono nelle vite dei loro figli e al servizio della comunità, anche per sostenerli nel loro arduo compito – spiegato efficacemente da Piero Angela :
"L’insegnante è la persona alla quale un genitore affida la cosa più preziosa che possiede suo figlio: il cervello. Glielo affida perché lo trasformi in un oggetto pensante. Ma l’insegnante è anche la persona alla quale lo Stato affida la sua cosa più preziosa: la collettività dei cervelli, perché diventino il paese di domani".