La relazione tossica con un famigliare può davvero rovinarti la vita

di Laura Gagliardi

19 Gennaio 2019

La relazione tossica con un famigliare può davvero rovinarti la vita
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Si sa che i parenti non si scelgono, ma ci si deve imparare a convivere – o almeno si dovrebbe cercare di farlo. In effetti, non di rado succede che si sviluppino relazioni tossiche all'interno della famiglia, di cui non è facile liberarsi semplicemente, come si farebbe con un conoscente, e soprattutto fintantoché non si è adulti.

Tuttavia, è importante imparare a distinguere anche in ambito familiare quali siano i rapporti tossici, e cercarne – più che le cause – le possibili soluzioni.

via psicoadvisor.com

 Ben Konfrst/unsplash

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In una famiglia si sviluppano relazioni tossiche quando le dinamiche cognitive, affettive e sociali sono distorte, e vedono il moltiplicarsi di conflitti, comportamenti deviati ed abusi. Tuttavia, i membri della famiglia tendono a percepire questi atteggiamenti come normali; pertanto è importante conoscerli, partendo da alcuni esempi. Una famiglia è tossica quando:

  • Non esistono regole né privacy;
  • la famiglia regola ogni attività ed abitudine della vita dei suoi componenti;
  • i figli debbono compensare i bisogni affettivi dei genitori;
  • i genitori esigono l'omogeneità di pensiero tra i membri della famiglia, e si tende ad esprimersi con frasi come "Noi la pensiamo così", "Noi siamo sempre stati d'accordo";
  • la madre sviluppa un atteggiamento morboso che, se non soddisfatto, la fa infuriare oppure scoppiare a piangere;
  • la madre instaura con i figli un rapporto ambivalente, che oscilla tra dimostrazioni di amore e l'indifferenza;
  • i genitori stabiliscono il futuro dei figli in maniera autoritaria;
  • i genitori lasciano che i figli "si educhino da sé", venendo meno al ruolo di educatori e guide.

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Unsplash

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Questo tipo di comportamenti trova origine spesso nel fatto che chi lo perpetua è stato a sua volta vittima di una qualche forma di abuso. Le relazioni tossiche si manifestano ovviamente a vari livelli di gravità, ma in tutti i casi provocano problemi sociali ed emotivi a chi li subisce. È necessario perciò liberarsene – ma in che modo?

Innanzitutto mostrandosi sicuri di sé nell'esprimere il proprio punto di vista nelle varie occasioni: in questo modo ci si afferma come individui a parte rispetto alla famiglia, ribadendo la propria distanza dalle dinamiche che agiscono al suo interno.

Se questa distanza intellettuale non bastasse, occorre renderla fisica, ovvero andarsene di casa una volta che la maggiore età lo permetta. Spesso è l'unica via percorribile, quando il problema sono i genitori, che difficilmente potranno modificare il proprio carattere.

Chiudere i ponti con un componente della famiglia può sembrare una scelta drastica e dolorosa, ma quando non ci sono altre strade, è davvero un percorso salutare. In ogni caso, consultare un esperto può essere sempre utile per chiarirsi le idee su questa complicata decisione.

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