La sensibilità non è una debolezza, ma una forza da coltivare con cura

di Laura Gagliardi

16 Gennaio 2019

La sensibilità non è una debolezza, ma una forza da coltivare con cura
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Nella società materialista di oggi, spesso la sensibilità è associata – erroneamente – alla debolezza: commuoversi o condividere le emozioni di chi ci sta intorno, appare un sintomo di fragilità, di fronte ad un mondo che non esita a divorare chi non lotta con unghie e denti per ottenere ciò che desidera.

Così, si tende a nasconderla agli altri, reprimendo i propri sentimenti, senza comprenderne invece il valore incalcolabile.

Infatti, essere consapevoli della propria sensibilità ci consente di rilasciare un'energia emotiva che può essere positivamente incanalata in forme e pensieri creativi e costruttivi.

via lamenteesmaravillosa.com

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La sensibilità è qualcosa di naturale: è la capacità di raccogliere informazioni sensoriali con il sistema nervoso, percependo emozioni, pensieri, sentimenti e molto altro di ciò che è spesso invisibile agli occhi, ma non per questo meno importante. Anzi: sovente è ciò che più influenza e determina situazioni ed eventi.

Si tratta allora di saper utilizzare la propria sensibilità, senza reprimerla, ma neanche soccombendo ad essa. Infatti cercare di nascondere o soffocare le proprie emozioni, non le cancella affatto, ma le trasforma in meta-emozioni, ovvero "emozioni sulle emozioni", come ad esempio la rabbia che nasconde la tristezza, o il senso di colpa che cela l'eccitazione. Un altro stratagemma, più o meno consapevole, per sfuggire alle emozioni è occuparsi con altre attività, come farsi assorbire dalla TV o dai social network per evitare di riflettere.

Occorre piuttosto usare la propria sensibilità come una forza. Per fare ciò è indispensabile accettarla ed esprimerla, rilasciando le proprie emozioni nel tempo e nel modo giusto, senza emettere giudizi.

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Spesso le persone sensibili hanno una vena artistica molto forte; questo perché la consapevolezza dei sentimenti propri ed altrui ne accresce le doti comunicative. Purtroppo il sistema scolastico tende spesso a privilegiare un sapere nozionistico a detrimento delle proprie capacità emotive.

Il modo migliore per far emergere la propria sensibilità è quello di coltivare pratiche riflessive – come la scrittura di un diario – che permettano di diminuire il livello di saturazione emozionale causato dal mondo esterno. Dedicando dei momenti alla meditazione, si diviene maggiormente consapevoli delle sfumature di cui sono fatte persone ed eventi, e si è perciò più in grado di comprenderli e relazionarcisi. 

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