A volte smettiamo di essere noi stessi per essere ciò che la vita ci ha chiesto di diventare
Bisogna fare scelte coraggiose per essere se stessi e fedeli alla propria identità, evitando spazi e dinamiche che ci fanno stare male. Ma cosa vuol dire essere se stessi? Per quanto strano possa sembrare, ci sono molte persone che non sono ancora riuscite a modellare la propria personalità.
Sapere chi siamo, per conoscere anche i nostri limiti, le nostre passioni, ci aiuta ad essere chiari su ciò che vogliamo per noi stessi. Al di là del lavoro che svolgiamo "Sono un poliziotto", "Insegno scuola guida", "Io sono un operaio di fabbrica", "Io sono un genitore", c'è qualcos'altro. Perché non siamo le uniche persone a svolgere quel mestiere, ma noi siamo quello che sogniamo, quello che abbiamo vissuto, quello che non vogliamo, quello che ci aspettiamo dalla vita… E tutto questo merita di essere difeso.
La fame di autenticità appare in noi ogni giorno. Vogliamo essere noi stessi in ogni decisione presa, vogliamo l'armonia in ciascuna delle nostre relazioni. Siamo ansiosi, in sostanza, di salvaguardare quell'epicentro in cui si trova la nostra identità. Eppure, succede. Quasi senza sapere come smettiamo di essere noi stessi quando, al lavoro, finiamo per svolgere compiti che non ci piacciono o che ci identificano. Smettiamo di essere noi stessi quando diciamo "sì" al partner, alla famiglia o a qualsiasi altra persona, quando ciò che ci serviva era dire un "no" a voce alta.
Prima o poi arriva il momento in cui ci guardiamo allo specchio e sebbene riconosciamo quelle caratteristiche, quelle sfumature, concludiamo con tremenda angoscia che abbiamo smesso di essere noi stessi per essere ciò che la vita ci ha chiesto di essere.
Lo psicologo Mark Leary, professore alla Duke University, ci avverte che quando una persona percepisce la sua mancanza di autenticità, sperimenta una grande sofferenza.
L'Università di Harvard ha analizzato attraverso uno studio che la parola chiave in molti ambienti di lavoro è "essere autentici". Tuttavia, siamo obbligati a far parte di team di lavoro complessi, a seguire i dettami fissati dai manager. Tutto questo è un'arma a doppio taglio. A poco a poco l'ansia, lo stress appaiono dove siamo pienamente consapevoli che, lungi dall'essere autentici, siamo subordinati e alienati.
Quando ci manca l'autenticità siamo costretti a trovare un equilibrio tra ciò che facciamo e ciò di cui abbiamo bisogno. Tra ciò che siamo e ciò che realizziamo. Quindi, qualcosa che dobbiamo considerare è che essere fedeli a se stessi non è facile, ci richiede di imparare a prendere decisioni convincenti e coraggiose.
Allora, laddove non ci permettano di esprimere noi stessi o dimostrare il nostro valore, è meglio fuggire.
Attualmente la psicologia si rifà a molte correnti esistenzialiste. Una di queste ci ricorda che per godere di una vita autentica è necessario impegnarci per noi stessi. Prendiamo in considerazione il nostro valore, fissiamo i nostri obiettivi futuri e, soprattutto, non poniamoci più al secondo posto. Non siamo un personaggio del cast, siamo il protagonista.