La perdita di un genitore è la perdita di una parte di noi: non si è mai abbastanza adulti per affrontarla senza soffrire

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di Claudia Melucci

09 Dicembre 2018

La perdita di un genitore è la perdita di una parte di noi: non si è mai abbastanza adulti per affrontarla senza soffrire
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Non si è mai abbastanza adulti per non soffrire per la morte di un genitore. Non importa che ormai si abbia una famiglia propria, un lavoro e una vita da portare avanti, staccata da quella dei genitori: dentro di noi continua a vivere quel bambino che non vede l'ora di correre tra le braccia della mamma o del papà per sentirsi al sicuro.

La vita non è più la stessa quando un genitore se ne va; nella mente di chi rimane si affollano, pensieri, sensi di colpa, tristezze e ricordi. In un attimo non ci sono più quelle persone che in qualche modo definivano chi siamo. 

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È una sensazione comune a molte persone che perdono uno o entrambi i genitori quella di sentirsi all'improvviso vuoti, inconsistenti. Il motivo per cui spesso ci si sente così dopo un evento simile è perché viene a mancare davvero qualcosa che ci faceva sentire pieni, stabili, con uno scopo. 

La morte è diversa da tutte le altre assenza che possono esserci state in precedenza; non è una questione di giorni, di mesi o di anni. Non ci sarà mai più l'opportunità di parlare con il genitore che se n'è andato, di ridere delle sue fissazioni o di arrabbiarsi per le sue eccessive preoccupazioni.

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C'è chi dice che ci si dovrebbe sforzare di accettare la morte di un genitore; ma è impossibile riuscirci. Al massimo ci si fa l'abitudine ad un vuoto sempre più in espansione. Non è solo una persona che se ne va; è un pezzo di noi che non ritroveremo mai più, di cui saremo privati per sempre. Ecco che allora si capisce l'importanza di godersi i genitori giorno dopo giorno; quando ormai è troppo tardi per rimediare.

I figli si ritrovano grandi all'improvviso e, non rendendosi conto che gli anni sono passati per loro come per i genitori, pensano che il giorno in cui verranno a mancare è ancora molto lontano. Nella mente di un figlio la figura del genitore rimane sempre quella dell'infanzia, quando la mamma e il papà erano giovani, in forze e in salute. È un po' nascondere a se stessi la verità che anche loro invecchiano e, prima o poi, se ne vanno.

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Poi, quel giorno arriva e non si è mai preparati abbastanza per digerirlo come si dovrebbe; neanche dopo una lunga malattia quel giorno arriva come conseguenza naturale.

Potrà sembrare banale ripeterlo, ma è davvero l'unico rimedio per fare in modo che la morte di un genitore si affronti senza sensi di colpa; viveteli fino all'ultimo, non fate in modo che la vostra vita vi allontani da loro più del normale. Quando avvertite che tra voi e i genitori si crea una distanza, fate di tutto per riempirla di nuovo!

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