Luca, papà single, adotta Alba: rifiutata da 7 famiglie perché Down

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di Claudia Melucci

08 Novembre 2018

Luca, papà single, adotta Alba: rifiutata da 7 famiglie perché Down
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Vorremmo tutto il meglio per i nostri figli, vorremmo che fossero migliori di noi... Poi arriva la disabilità a infrangere gli schemi e prospettive future; l'accettazione di un figlio disabile è preceduta sempre da un periodo di crisi. Non per Luca Trapanese. Luca era convinto da tempo di voler adottare un figlio disabile. Da solo. Ci è riuscito e oggi, con la sua piccola Alba a fianco, è un padre felice, ispirazione per tutti coloro che, come lui, hanno deciso di voler guardare alla disabilità come una chance. 

Luca Trapanese/Facebook

Luca Trapanese/Facebook

Luca si è reso di essere padre a tutti gli effetti quando ha preso in braccio Alba per la prima volta: aveva solo 7 giorni di vita ed aveva già affrontato il rifiuto da parte di 7 famiglie, forse troppo impreparate ad accogliere una bambina Down. Alba è dolce, bellissima, con gli occhi azzurri e i capelli biondissimi.

Luca aveva già capito da tempo di voler un figlio disabile. Non per capriccio, non per distinguersi dagli altri o per ricevere complimenti. Tutto nasce da molto lontano, da anni trascorsi nel sociale, attraverso la fondazione dell'associazione "A Ruota Libera" – che si occupa di bambini Down –, poi del "Borgo Sociale"  e infine della "Casa di Matteo", aperta ai bambini gravemente malati. "Da quando avevo 14 anni faccio volontariato e lavoro con i disabili e quindi ritenevo di avere gli strumenti adatti per farlo".  

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L'idea di avere un figlio è nata quando era insieme al suo compagno, con il quale non ha più una relazione. Poi la decisione di adottare un figlio da solo, attraverso l'iscrizione al registro speciale che consente anche ai single di adottare bambini in condizioni di salute particolari. "Un figlio disabile non è un'opportunità di serie B, ma una scelta consapevole rispetto alla mia vocazione e alle mie capacità".

La prima notte a casa, Luca l'ha trascorsa da solo con Alba. Era il momento di "consacrare" la famiglia e chiedere aiuto ad amici o parenti avrebbe dato inizio a tutta una serie di richieste di aiuto non necessarie. Al primo bagnetto, invece, c'erano tutti. Quando gli chiedono se ad Alba non mancherà una mamma, Luca risponde: "Credo che Alba sarà una bambina felice, come lo sono io con lei".

Ad accudirla c'è anche la tata Luisa e due nonne. Due? Sì, perché di recente Luca ha accettato di essere adottato da una mamma che ha un altro figlio disabile: la donna voleva che, un domani, si sarebbe occupato Luca del ragazzo. Così, Luca ha anche un fratello e una mamma in più.

Pubblicato da Luca Trapanese su Sabato 21 luglio 2018

Luca dice anche che oggi i Down vivono molto diversamente da come accadeva solo qualche decina di anni fa: oggi non sono più "mongoloidi", ma lavorano, vivono anche fuori casa, operano nel sociale, rendono felici tante famiglie... Proprio come sta già facendo Alba.

Dalla storia di Luca possiamo imparare molto, anche qualcosa non strettamente collegato all'avere un figlio disabile: si tratta di accettare la disabilità, togliere quello strato che la fa sembrare diversa, di poco valore, spregevole e di riscoprire la sua preziosità. Come afferma Luca stesso, i bambini disabili finiscono per essere sempre quelli più amati in famiglia. 

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