Arriva la stagione delle zecche: ecco come difendersi e cosa fare in caso di morso
Finalmente la bella stagione è arrivata, e con essa anche la voglia di trascorrere le giornate all'aria aperta, approfittando della bellezza e della pace offerte dalla natura! Tra passeggiate, picnic, giri in mountain bike ed arrampicate, la scelta è varia, ma il rischio è comune: essere morsi da una zecca! È quindi importante avere le informazioni necessarie per potersi proteggere da questo pericoloso parassita, evitando conseguenze spiacevoli.
Caratteristiche e rischi.
Appartenenti alla famiglia degli aracnidi, e dotati di un apparato boccale (rostro) capace di penetrare la cute e succhiare il sangue, le zecche sono parassiti esterni di piccole dimensioni, ma diffuse ovunque nel mondo, ed essenzialmente di due tipi: dure o molli, ovvero con o senza scudo dorsale. Le più diffuse in Europa ed in Italia sono comunemente conosciute come la "zecca del piccione", la "zecca dei boschi" e la "zecca del cane". Amanti dei luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, e di microclimi fresco umidi, possono celarsi tuttavia anche in luoghi con clima secco e asciutto e vegetazione più rada. Per nulla selettive nella scelta delle vittime da infestare, possono restare attaccate al loro sventurato ospite per ore, giorni o settimane!
Il morso di zecca, pericoloso in quanto vettore di patologie contratte da altri animali, può causare diverse malattie, le più comuni in Italia sono:
- l'encefalite da zecca, o Tbe,
- la malattia di Lyme,
- la rickettsiosi.
In particolare, negli ultimi 30 anni in Europa i casi di encefalite da zecca sono aumentati vertiginosamente (+400%); in Italia le zone maggiormente a rischio sono il Friuli Venezia Giulia, il Veneto ed il Trentino Alto Adige. Sebbene solitamente l'immediata e corretta asportazione della zecca riduca drasticamente il rischio di contrarre una malattia, il virus dell'encefalite da zecca si trasmette non appena la zecca viene a contatto con la cute. Quali sono i sintomi? Febbre, mal di testa, dolore muscolare e nausea. Si tratta comunque di una malattia facilmente curabile con un'opportuna terapia antibiotica, e per la quale esiste una profilassi consigliata a chi si rechi in zone a rischio.
Prevenzione.
Vaccinazione a parte - consigliata soprattutto per chi si reca in viaggio in zone in cui la Tbe è endemica - è possibile tuttavia adottare delle semplici precauzioni, quali:
- indossare abiti chiari (per individuare subito eventuali zecche) con maniche lunghe, pantaloni lunghi, calze o stivali e un cappello, sui quali va spruzzato un insetticida appropriato;
- evitare di toccare l’erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta;
- al termine dell'escursione, ispezionare bene il proprio corpo per escludere la presenza di zecche, sapendo che le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia, sui fianchi;
- evitare, nelle aree a rischio, anche il consumo di latte e di prodotti del latte non pastorizzato;
- trattare gli animali domestici (cani) con sostanze acaro repellenti prima dell'escursione;
- spazzolare gli indumenti prima di portarli all'interno delle abitazioni.
Nell'eventualità di un morso, rimuovere attentamente la zecca nella seguente maniera corretta:
- disinfettare la cute prima e dopo l'estrazione;
- utilizzare una pinzetta dalla punta sottile, tirando e ruotando leggermente;
- bruciare la zecca una volta rimossa.
- rivolgersi comunque a un medico o uno specialista per un ulteriore consiglio.