Il preside punisce la figlia per aver picchiato un compagno: ma la risposta della madre lo fa vergognare

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di Claudia Melucci

09 Maggio 2018

Il preside punisce la figlia per aver picchiato un compagno: ma la risposta della madre lo fa vergognare
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Chi è genitore sa bene quanto timore possa incutere una telefonata dalla scuola dei propri figli quando si è sul posto di lavoro: si inizia a pensare al peggio, si teme per l'incolumità dei figli e allo stesso tempo si teme che siano stati loro i responsabili di qualche atto. Con questo stato d'animo una donna, che ha raccontato la vicenda su un sito web, ha raggiunto l'istituto della figlia, contattata direttamente da un insegnante che la esortava a raggiungerla. Ecco cosa è accaduto e perché questa storia può essere un insegnamento per molti. 

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Mentre ero al lavoro ho ricevuto una telefonata da parte della scuola.

Insegnante: "Buongiorno signora. Sua figlia ha avuto una lite a scuola. Se le è possibile, le chiedo di raggiungermi".

Io: "Sto lavorando, il mio turno finisce tra due ore. Può aspettare?"

Insegnante: " È una questione abbastanza seria. Sua figlia ha picchiato un compagno di classe. Sarebbe meglio se lei venisse subito."

Sono corsa a scuola e nello studio del preside ho trovato mia figlia, il capo di sezione, il suo insegnante, il preside, un ragazzo con il naso sanguinante e il volto arrossato e i suoi genitori.

Preside: "Signora, finalmente! È un piacere vederla."

Io: "Sì ero molto impegnata in ospedale, scusatemi."

Finalmente mi fu spiegato cosa era successo: il ragazzo aveva iniziato a giocare con il reggiseno di mia figlia, lei, infastidita, le ha rivolto due pungi in faccia. Fin da subito ho avuto l'impressione che fossero più arrabbiati con mia figlia che con il ragazzo. Conoscendo mia figlia, non di certo una ragazza dal pugno facile, avevo la situazione ben chiara. Il racconto dell'accaduto e la reazione degli insegnanti mi fece innervosire.

Io: "Dunque lei vuole sapere se ho intenzione di denunciare il ragazzo per molestie sessuali o se denuncerò la scuola per aver permesso che una cosa del genere accadesse?

Il termine 'molestia sessuale' mise in agitazione tutti quanti. 

Insegnante: "Spero che lei stia scherzando..."

Capo di sezione: "Non esageriamo!"

Preside: "Penso che lei non abbia capito il punto."

La madre del ragazzo iniziò a piangere. Allora rivolsi uno sguardo interrogativo verso mia figlia, che iniziò a parlare.

Figlia: "Lui continuava a pizzicare il mio reggiseno. Gli ho chiesto di fermarsi, ma non lo ha fatto. Allora, l'ho fatto presente all'insegnante che mi ha detto di ignorarlo. Lui l'ha fatto di nuovo e allora l'ho colpito. Solo allora si è fermato."

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Mi sono rivolta verso l'insegnante.

Io: "Lei ha permesso che il ragazzo toccasse il reggiseno di mia figlia? Perché non lo ha fermato? Allora, venga qui e si faccia toccare se le sembra normale una cosa del genere."

Insegnante: "Signora, ma cosa sta dicendo!"

Io: "Ah, questo le sembra inappropriato? Tocchi il reggiseno di qualche sua collega. Controlli lei stesso quanto sia divertente per lei. Oppure pizzichi quello della madre del ragazzo o il mio! Pensa che siccome sono dei ragazzi sia tutto un gioco?"

Preside: "Signora, con tutto il rispetto, ma rimane il fatto che sua figlia ha colpito un ragazzo."

Io: "No signor preside. Lei si è difesa da una molestia sessuale e da un ragazzo. Li guardi: lui è alto un metro e ottanta e peserà sui settantacinque chili, lei è alta un metro e cinquanta e pesa 43 chili. Lui è il doppio di lei. Quante volte gli avrebbe dovuto permettere di toccarla ancora? La persona che avrebbe dovuto proteggerla non ha fatto nulla, e allora che avrebbe dovuto fare?"

La madre del giovane continuava a piangere, il padre sembrava a disagio e imbarazzato. L'insegnante teneva lo sguardo basso. Mi sono rivolta al preside.

Io: "Porto mia figlia a casa. Penso che il ragazzo abbia imparato la lezione. E spero che una cosa del genere non accada mai più, non solo a mia figlia, ma a qualsiasi ragazza della scuola. Denuncerò il fatto alla polizia e riguardo a te, se toccherai di nuovo mia figlia ti farò arrestare per molestie sessuali. Mi hai capito?"

La rabbia mi aveva pervasa. Ho preso le cose di mia figlia e l'ho portata a casa. La polizia e un'associazione che si occupa di monitorare ciò che avviene nelle scuole mi hanno dato ragione e mi hanno detto che avrebbero fatto luce sulla questione. Intanto, mia figlia ha cambiato classe, insegnante e compagno di classe.

 

Che cosa ne pensate di questa storia? Ritenete che la risposta della madre sia adeguata o che la figlia abbia comunque torto?

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