Cambiano le regole di prevenzione: i carboidrati danneggiano la salute del cuore, i grassi no
Se vi viene da dire che ormai non c'è più niente che possiamo mangiare senza pericolo di avvelenare il nostro corpo, o meglio che i pareri sono ogni volta discordanti tra loro, beh non vi possiamo dare torto. Tuttavia il tema di cui si è parlato al termine del congresso europeo di cardiologia di Barcellona è degno di nota: in particolare l'affermazione fatta dai ricercatori dell'Università di Hamilton scardina completamente ciò che abbiamo sempre dato per scontato.
Secondo lo studio universitario non sono i grassi a minacciare la salute cardiovascolare, ma i carboidrati.
Mai fino ad ora i carboidrati erano stati vestiti di una tale "responsabilità" e, se i risultati dello studio venissero confermati, ciò sconvolgerebbe tutte le linee guida di prevenzione.
Ai pazienti in cui la salute del cuore e quella legata alla circolazione sono a rischio, solo un taglio netto ai carboidrati darebbe un netto miglioramento e non una riduzione dei grassi. Anzi, i ricercatori hanno anche ricalcolato le percentuali corrette di entrambi i componenti alimentari: si dovrebbe assumere non più del 60% dell'energia totale richiesta dai carboidrati e aumentando invece al 35% quella assunta dai grassi.
Gli studiosi hanno tratto le loro conclusioni a seguito di uno studio ampio e complesso: ha coinvolto 135.000 individui che sono stati seguiti per ben 12 anni. Per gli individui che consumavano molti carboidrati hanno calcolato un rischio di morte più alto del 28% rispetto a coloro che seguivano una dieta meno ricca di carboidrati. Gli individui che invece assumevano molti grassi non solo si sono visti ridurre il rischio di morte del 23%, ma hanno ottenuto anche una riduzione del 18% per il rischio di ictus.
Lo studio ha però posto l'accento sul fatto che è necessario distinguere tra i vari grassi: ad ogni categoria è associata una precisa percentuale di diminuzione del rischio e in particolare 14% in meno per i grassi saturi, 19% in meno per i grassi monoinsaturi 29% in meno per quelli polinsaturi.
Dunque quelli da preferire rimangono sempre i grassi i monoinsaturi (quelli dell'olio di oliva) e i polinsaturi (quelli contenuti nel pesce). La nuova regola sembra voler dire di non esorcizzare i grassi e di santificare i carboidrati, ma di ripristinare un giusto equilibrio tra i due.
I ricercatori hanno affermato al Congresso che il loro studio è il primo ad aver esaminato un campione di individui provenienti da tutte le parti del mondo, a dispetto da tutti gli altri che hanno studiato sempre e solo individui con abitudini alimentari tipiche occidentali. Il quadro dell'impatto della dieta sulle funzioni cardiovascolari è dunque più reale e preciso.