Sapete dove vanno le saponette degli hotel usate anche una sola volta? Quest'Uomo sì, ed ha reagito
Uno dei problemi più grandi dell'epoca in cui viviamo sono gli sprechi, sia di quelli alimentari che non. Spesso non ce ne accorgiamo neanche di quanti rifiuti creiamo e che ci potremmo risparmiare se solo prestassimo più attenzione al riciclo: ancor di più non ci facciamo caso quando siamo in vacanza, in un comodo hotel ad esempio. Probabilmente non ci avete mai pensato ma negli alberghi "spreco" è la parola d'ordine, al costo di soddisfare ogni esigenza del cliente. Prendete in esame le saponette: vengono cambiate ogni giorno, a prescindere di quanto siano state effettivamente consumate. Che fine fanno quelle sostituite? Vengono semplicemente gettate via, ma un uomo lungimirante ha deciso di farne qualcos'altro.
Cambiare le saponette ogni giorno, a prescindere di quanto siano state usate, è un obbligo per gli alberghi di alto livello: è un requisito per ottenere le 5 stelle.
Secondo una stima mondiale, al giorno vengono gettate via 5 milioni di saponette.
Un'azienda statunitense ha deciso di trasformare quelli che sarebbero presto divenuti rifiuti in qualcosa di più positivo.
La Clean the World è una compagnia con sede in Florida: la sua attività è quella di sciogliere il sapone scartato dagli hotel e confezionare delle nuove saponette da inviare ai paesi che ne hanno bisogno.
Fondatore dell'azienda è Shawn Seipler: per lavoro si trova spesso a dormire negli hotel ed è stato lui a scoprire il destino delle saponette usate nelle strutture alberghiere.
L'uomo racconta di aver scoperto la questione del sapone per caso: è rientrato in camera proprio quando la donna delle pulizie stava pulendo il bagno, quando ha visto che la vecchia saponetta era stata gettata nella spazzatura sebbene ancora utilizzabile. Dopo essersi informato è venuto a conoscenza che la pratica era seguita da molti alberghi 5 stelle.
Incuriosito dalla faccenda ha scoperto il processo di "ri-fusione" del sapone per il confezionamento di un prodotto nuovo.
Ha avuto allora una brillante idea: processare il sapone gettato via dagli hotel per creare nuove saponette da inviare ai paesi più poveri, dove molte malattie vengono trasmesse semplicemente per la mancanza di igiene e la scarsa reperibilità di detergenti disinfettanti.
Il discorso non coinvolge solo le saponette ma anche le bottigliette di shampoo, creme per le mani e gel doccia. Tutto viene gettato e sostituito a prescindere dall'utilizzo.
Gli alberghi che aderiscono all'iniziativa di Shawn pagano 50 centesimi per ogni stanza al mese, per contribuire alle spese che richiede il processo di riciclo.
L'azienda fornisce alla struttura aderente dei bidoni differenziati per una corretta raccolta dei rifiuti, e provvede anche al loro ritiro una volta riempiti.
La Clean the World oggi ha 3 punti attivi in tutto il mondo: in Florida, a Las Vegas ed ad Hong Kong. I prodotti finali vengono inviati ad organizzazioni non governative, come la Croce Rossa.
L'azienda si rende conto continuamente degli sprechi che commettiamo ogni giorno: la maggior parte delle bottigliette che giungono nei punti di trasformazioni sono piene per almeno i tre quarti.
Nel 2016 l'azienda ha prodotto 7 milioni di saponette e distribuito 400.000 mila kit di igiene.
L'impegno dell'azienda è esemplare: un quarto delle 16.000 morti infantili anuali sono dovute a diarrea e polmonite, patologie trasmesse anche per mancanza di igiene.
Il successo del progetto è evidente: l'azienda collabora attualmente con il 20% degli hotel statunitensi, ma anche altre forme di strutture alberghiere hanno aderito.
Ecco un video per capire meglio la missione della Clean the World: il loro obiettivo e il lavoro di tutti i suoi dipendenti è lodevole. Un'idea nata dalla consapevolezza che non ci possiamo permettere sprechi così eccessivi quando al mondo ci sono ancora popolazioni che non hanno accesso all'acqua e che muoiono di fame. La Clean the World non risolverà certo il problema della povertà mondiale, ma se ci fossero più progetti simili forse il pianeta in cui viviamo sarebbe decisamente migliore.