Ecco come produrre 190 kg di cibo nel proprio giardino di casa, spendendo il minimo necessario
Molte persone interessate all'autoproduzione di ortaggi trovano un ostacolo consistente nel terreno che hanno a disposizione, spesso di dimensioni troppo ridotte per essere adatto ad ospitare un piccolo orto. Tuttavia chi non ha un terreno non deve rinunciare all'idea di prendersi cura di ciò che poi porterà in tavola: un'Università messicana ha messo a punto un sistema di coltivazione che richiede un'area grande solo 6 x 10 metri.
via Youtube
Il sistema si basa sull'acquaponica, una tipologia di agricoltura che si interseca con l'allevamento: nel progetto dell'Università si coltivano ortaggi e si allevano pesci.
Alla base del sistema c'è il concetto del riciclo e della simbiosi tra piante ed animali: in pratica l'acqua proveniente dalle vasche dedicate all'acquacoltura (quelle che ospitano gli animali), viene pompata nelle tubature idroponiche, in cui si trovano le specie vegetali. Le radici depurano l'acqua sottraendo le sostanze di scarto prodotte dai pesci e traendone comunque nutrimento. L'acqua filtrata potrà dunque essere immessa di nuovo nelle vasche per acquacoltura e riprendere il suo ciclo.
In queste vasche sono allevati pesci, gamberetti e lumache.
Questo tipo di coltura mista può arrivare a far ottenere 150 kg di pesci, gamberi e lumache e 40 kg di verdure in soli 6 mesi. I vantaggi sono anche economici e di natura pratica: i materiali necessari sono per lo più di riciclo ed anche il tempo di manutenzione non supera le 2 ore al giorno.
Per realizzare questo impianto acquaponico è necessaria una vasca per l'allevamento, pompe per il riciclo dell'acqua e degli ambienti per la coltivazione fuori dal suolo: questi ultimi possono essere ricavati da tupi PVC forati, in cui la pianta è sorretta da una bottiglia di plastica.
La tecnologia idroponica consiste nella coltura di piante fuori dal suolo: la terra è sostituita da un substrato inerte che ha la funzione di proteggere le radici.
Le radici delle piante a differenza delle colture tradizionali, trovano i nutrimenti non nel terreno, che nell'idroponica è assente, ma in un flusso di acqua costantemente dinamico.
Il sistema sviluppato dall'Università non solo abbraccia la tecnologia acquaponica ma ne propone un suo miglioramento, diminuendo il numero di requisiti necessari per la realizzazione di un impianto.
Questo progetto è alla portata di tutti: anche per chi non ha il "pollice verde", in quanto in questo tipo di cultura il contadino ha la sola funzione di controllo della qualità dell'acqua immessa nelle vasche. Gli esperimenti portati a termine fino ad ora sono entusiasmanti: le famiglie che hanno provato a curare il proprio orto acquaponico ne sono rimasti molto soddisfatti!
Seguire fin dall'origine i prodotti che finiranno sulla nostra tavola è l'unico modo per essere davvero sicuri di consumare cibo sano: l'acquaponica è un metodo validissimo per chi non ha molto spazio da dedicare all'autoproduzione!