I genitori dovrebbero o no giocare con i figli? Secondo una mamma non è un'abitudine positiva
Il gioco è una costante nella vita dei più piccoli. Giocando si divertono, sperimentano, socializzano, fanno lavorare la mente, e ogni età ha la sua tipologia che consente di agire su determinate abilità e di accompagnare la crescita. Ma quanto è importante, in simile percorso, mettere in pratica l'attività ludica con i propri genitori?
Cosa rappresenta il gioco per i più piccoli
Tatiana Syrikova/Pexels
Diversi studi hanno dimostrato che, a partire dalla tenerissima età, il gioco è uno dei modi migliori per favorire lo sviluppo fisico, mentale ed emotivo dei più piccoli. Giocare non significa solo divertirsi, ma imparare, motivo per cui è alla base degli insegnamenti soprattutto nel periodo delle scuole dell'infanzia. Mentre giocano, inventano, sperimentano, si scambiano opinioni, si confrontano con gli altri, trovano soluzioni, i bambini stanno lavorando attivamente nella crescita personale. Le fasi ludiche si differenziano a seconda delle età e hanno difficoltà differenti, ciò non toglie che siano un modo per rafforzare la fiducia in se stessi, mettere in pratica quello che conoscono, apprendere cose nuove e imparare anche lingue diverse dalla propria.
Insomma, il gioco non va in alcun modo sottovalutato, ma favorito, e non dovrebbe svolgersi in solitaria. Essere in compagnia in simili momenti è il modo migliore per sviluppare al meglio le proprie competenze. Ma c'è una domanda che diversi genitori si pongono e a cui vogliamo tentare di dare una risposta: quanto è importante che siano proprio le mamme e i papà a giocare con i figli e non solo i coetanei?
La scelta di una mamma
Pickpik
Il dubbio e il quesito nasce dopo la confessione di una mamma sul web. La donna ha raccontato del proprio metodo nel rapportarsi con i figli rispetto alla questione giochi. Senza temere le critiche altrui, questa mamma ha affermato di aver sempre negato la possibilità ai suoi bambini di giocare con lei. Ha preferito, al contrario, guardarli mentre giocavano, da soli o insieme, rimanendo nella stessa stanza, ma senza intervenire.
"Con questo non voglio dire di non svolgere attività insieme, ma solo di selezionare quelle da fare - ha dichiarato la mamma - non credo che li aiuti giocare con loro, al contrario sono convinta di quanto gli facciano bene i miei no. Ho stabilito regole in casa che vietano agli adulti di giocare e di fingere. Insieme cuciniamo, andiamo a passeggiare, ci divertiamo al museo, ma non giochiamo".
Una scelta categorica che, stando alle sue parole, sembra abbia portato frutti in termini di sicurezza dei bambini, di capacità di socializzare e di essere indipendenti. Per molti esperti non è, però, la decisione migliore da prendere.
Giocare o no con i propri figli?
Studi, indagini e specialisti hanno sottolineato più volte quanto sia prezioso ritagliarsi momenti ludici con i propri figli. È giusto che i più piccoli di casa lo facciano da soli, sperimentando situazioni nuove, o in compagnia dei propri coetanei, ma è altrettanto corretto che sia un momento condiviso anche con le mamme e i papà. Giocare insieme è sinonimo di condivisione, di scambio e i genitori, in questa fase, possono favorire lo sviluppo cognitivo dei propri figli. Giocare significa divertirsi, questo è sicuro, ma ogni tipologia nasconde in sé piccole o grandi sfide che il bambino deve fronteggiare e cercare di superare anche con il supporto del proprio genitore.
Ecco, allora, che la presenza dell'adulto diventa fondamentale - non sempre, sia chiaro - ma non dovrebbe mancare del tutto. La mamma al centro della vicenda sembra, a suo dire, aver raggiunto gli stessi obiettivi mettendo in pratica un metodo completamente diverso. Eppure, non possiamo negare che giocare con i figli è un modo per far stare bene loro, per creare momenti di profonda condivisione e complicità, ma anche la via per gli adulti tramite cui trovare un attimo di pace nelle mille cose da fare ogni giorno.
Tu pensi sia corretto non giocare affatto con i bimbi, cosa che ha scelto di fare la mamma in questione, oppure sei convinto del contrario? Come ti sei comportato con i tuoi figli al riguardo?