"Mi sono pentita di aver adottato mia figlia: è stato il più grande errore che potessi fare"
I bambini sono gioia, vita, un grande traguardo raggiunto da due persone che li desiderano più di ogni altra cosa al mondo. Averli è del tutto naturale, ma non è facile. Ci sono coppie che faticano molto ad averlo e devono rivolgersi a tanti specialisti per riuscire a raggiungere lo scopo.
Altrimenti c'è l'adozione, ma non sempre è la strada giusta da intraprendere per tutti. Perché? Una buona spiegazione è data dalla storia che vogliamo raccontarvi.
L'adozione
Courtney Carmody/Flickr - Not the actual photo
Esistono tante situazioni diverse nel mondo, e non tutte le persone sono uguali, anche nel concepimento di un bambino. Ci sono diverse coppie che incontrano molte difficoltà in tal senso e non riescono ad averne uno senza ricorrere ad assistenza medica. Anche in questi casi, però, non è detto che si riesca a coronare il proprio sogno. Come fare in casi simili? Ecco che entra in gioco l'adozione, che non dev'essere necessariamente l'ultima spiaggia, ma anche la prima scelta che si fa.
Dare una seconda occasione di vita a un piccolino nato in una situazione complicata e particolare, vuol dire compiere un meraviglioso atto di benevolenza, un'azione di aiuto e amore totale verso il prossimo, che testimonia una grande nobiltà d'animo e una profonda sensibilità.
L'adozione, però, è una cosa che va valutata profondamente e, prima di prendere qualunque decisione, è bene capire quanto si desideri un bimbo e soprattutto di averlo in questo modo. Qualora non si fosse convinti, infatti, si rischierebbe di mettersi in una brutta situazione e anche di metterci i più piccoli.
La decisione di adottare
Ron Lach/Pexels - Not the actual photo
In una circostanza del genere si è trovata un mamma adottiva che ha confessato di essersi pentita del tutto per la scelta di adottare sua figlia.
"Tanto tempo fa ci è stato detto che avremmo avuto difficoltà nel concepire un bambino - ha scritto la donna nel post - così ci siamo incamminati nella fecondazione in vitro, riuscendo ad avere il nostro primo figlio. Qualche anno dopo ne volevamo un secondo, ma non volevamo rivivere lo stesso iter, né spendere tutti quei soldi. Così abbiamo deciso di adottare una bellissima bambina i cui genitori erano troppo giovani per poterla crescere. L'ho amata sempre tanto - ha proseguito la donna - ma non l'ho mai sentita completamente mia. Ho la sensazione di fare da babysitter al piccolo di qualcun altro".
Una bruttissima percezione di lontananza che si è sedimentata giorno dopo giorno fino all'arrivo del terzo bambino. Una piccolina che, incredibilmente, i coniugi hanno avuto naturalmente e senza nessun tipo di assistenza.
"Vorrei solo tornare indietro"
RDNE Stock project/Pexels - Not the actual photo
Quando la figlia adottata aveva 11 anni, la mamma era in dolce attesa e ha iniziato a provare forti sentimenti negativi rispetto alla bambina. "Mi dicevo che se solo avessi aspettato, non l'avrei adottata e avrei avuto solo mia figlia biologica - ha continuato a scrivere - Sono orribile, lo so, ma adottarla è stato un grave errore e, se potessi, vorrei tornare indietro".
Parole dure da pensare e anche da "confessare", che in molti, però, hanno compreso. Suggerendo di rivolgersi a uno specialista per elaborare simili sentimenti, gli utenti le hanno consigliato di non far mai parola con la ragazza di queste sue sensazioni per evitare di creare traumi profondi. Per fortuna, seguendo le domande da parte delle persone, l'ormai 15enne ha un ottimo rapporto con il padre adottivo che, a differenza della moglie, non considera in nessun modo diversi i tre figli, nonostante non tutti siano naturali.
Certo la situazione non è delle più semplici, ma con un aiuto dall'esterno, questa mamma potrebbe anche riuscire a creare con la figlia adottiva il legame che non ha avuto fino a questo momento. Tu cosa ti sentiresti di dirle e consigliarle?